[settembre 2011] – Il 27° raduno di Articolo28 è finito da un mese.
La mia vita di sempre si è riassestata sui soliti ritmi intensi e mi fa sembrare lontani, anzi lontanissimi, gli schiamazzi, le risate, le sudate, le corse fatte al campo!
I giorni che precedono la partenza sono sempre scanditi da tempi concitati e convulsi: devo pianificare i giorni di vacanza dal lavoro e, allora, devo finire quanto mi sono proposto prima di assentarmi, ho un “sacco” di cose a cui attendere, e devo partire sapendo di aver fatto tutto quello che devo.
Anche lo zaino è fatto di fretta perché, come sempre, la sera prima della partenza torno dal lavoro molto tardi, ma oramai lo faccio con l’automatismo acquisito in 17 campi!
Tutto di corsa! Tutto in fretta! Ma quando arrivo al campo, incredibilmente, riesco a dimenticare ogni cosa, ogni pensiero della mia vita ordinaria.
Riesco ad essere in pace! Me stesso, e senza zavorre!
A28 ferma il tempo e consente di essere liberi, in quel tempo, dalle responsabilità che abbiamo di solito. L’unica responsabilità è quella di essere al campo e di divertirci.
Quest’alchimia di libertà e benessere spesso si verifica, ma non sempre! Ogni campo è cosa a sé!!
Al campo del mese scorso la miscela di tipi di persone e la presenza di un elevato numero di reclute (complici il luogo bellissimo e le favorevoli condizioni meteorologiche) hanno reso possibile quest’alchimia.
La presenza di tutti è stata determinante per la riuscita del campo e, quindi, ringrazio reclute, truppa e ufficiali per la disponibilità dimostrata e per le opportunità di divertimento che ricevo ogni volta.
Un campo è un complesso lavoro di squadra nella quale ognuno gioca ruoli diversi, più o meno impegnativi, ma tutti determinanti per il buon risultato finale.
La parte organizzativa occupa moltissimo tempo, produce stress, e ansia da prestazione, quando ci si assume la responsabilità di programmare le attività del campo, ma senza la truppa, senza le persone, che partecipano al campo, determinandone parte del successo, un campo non potrebbe esistere.
Personalmente non vivevo un campo in modo tanto intenso da molto tempo, e di questo sono grato ad A28! … ho “solo” sentito la mancanza di qualche vecchio amico con cui ho condiviso tanta parte del lungo percorso di A28.
Ma come ho scritto in qualche mio vecchio report ad ogni campo si creano nuove amicizie, si creano nuove alleanze, talvolta se ne sciolgono, e si ri-conoscono le persone già viste in altri campi … e non è detto che le nuove amicizie saranno meno intense di quelle vecchie! Che comunque restano grandi!
Saluto tutti i partecipanti in attesa di rivederci al prossimo campo in programmazione per la primavera 2012.
UZE’ UZE’ UZE’
[settembre 2011] – Una sera curiosando in internet ho scovato il sito di Articolo28 e incuriosito sono andato a vederlo.
Ho letto tutti i report dei campi precedenti e li ho trovati molto interessanti, tutti ne avevano parlato come una esperienza molto positiva.
Visto che non ho potuto fare il militare a suo tempo, ma sono sempre stato affascinato dalla vita militare, mi sono iscritto per partecipare a questo campo.
Arrivato al campo dopo essermi perso qualche segnale e consultato la vecchia, cara, amata cartina stradale sono riuscito ad arrivare.
Arrivato al campo giovedì sera e giunto al parcheggio il panico ha cominciato a prendermi chiedendomi che ci facevo lì e come mi era venuto in mente di partecipare. Preso tutto il coraggio e vincendo la mia timidezza mi sono presentato al raduno, facendo conoscenza con alcuni dei partecipanti, altri sono arrivati il giorno dopo.
Nonostante i presenti fossero a me persone sconosciute e mai viste, mi sono sentito a mio agio, conoscendo persone di varie età, e di varie parti d’Italia.
Anche se eravamo divisi in due squadre la verde e la rossa, ci si veniva sempre incontro, a me è toccata la squadra dei verdi con i quali mi sono trovato benissimo.
Posso dire che Articolo28 non chiede di essere dei superman, ma rispetta ogni singolo componente con i suoi limiti e le sue capacità, offrendo molto contatto umano, spirito di gruppo, gioco e tantissimo divertimento.
Molto bello è stato il gioco del campo minato con dei palloncini(bombe) sparse per tutto il parcheggio svolto in piena notte con le torce (e la paura che si scaricasse le pile, visto che mi ero dimenticato quelle di scorta).
Suggestivo è stato anche la ricerca dei sacchetti contenti gli indumenti di tutti i partecipanti, poi sparsi nei boschi e ritrovati a casaccio, facendoceli indossare per fare le gare.
Articolo28 è un esperienza che consiglio a tutti di fare perché trasmette quel contatto umano che non si trova nelle saune, o nelle discoteche, perché non improntata solo sul sesso ma dalla voglia di divertirsi, conoscersi e convivere dei giorni con persone sconosciute ma veramente stupende.
Desidero ringraziare il generale Davide per avermi dato la possibilità di partecipare e del quale non sono affatto pentito di aver partecipato.
Ringrazio anche il maggiore Roberto, per avermi incoraggiato a partecipare e dato lo stimolo a venire, anche se è un bel furbetto!!!
Un doveroso ringraziamento in particolare al caposquadra dei verdi il mitico Achille, che con la sua disponibilità, gentilezza e il suo sorriso mi ha dato lo stimolo a dare tutto me stesso pur di far vincere la squadra.
Un grandioso abbraccio va alla recluta Luigi per i turni passati in cucina, una persona con un cuore d’oro, uno dei pochi che ha saputo spronarmi a superare la mia timidezza senza mai essere invadente. Grazie perché mi hai aiutato tantissimo.
Un ricordo particolare va a Barry, per le fantastiche serate passate a lucidare gli anfibi dei superiori e a raccontarmi la vita gaia e militare vissuta in Israele. Sei davvero una persona gentile e sensibile.
Un fortissimo abbraccio a Renato che mi proteggeva dalle grinfie e voglie dei superiori, con tutti gli artigli e le unghie. Il tuo brindisi mi ha commosso e mi ha fatto veramente piacere aver condiviso questa esperienza con te e il tuo compagno, e non posso che augurarvi ogni bene.
Un saluto in particolare a tutta la squadra dei mitici e grandiosi verdi, la recluta Alex, che ho avuto poco tempo per conoscerti, l’attendente Angelo, il tremendo Mauro, e Alberto chiedendovi scusa se il più delle volte eravate con molte meno persone rispetto ai rossi, ma i superiori erano molto vogliosi in quei giorni….
Un saluto a Sergio per i suoi squisiti caffè preparati ogni volta, a Valerio chiedo scusa per avergli fatto fare le flessioni nudo, ma la competizione è la competizione… e a Carlo, non ho mai corso cosi tanto nemmeno quando porto a spasso i miei due cani.
Un saluto a tutti gli altri partecipanti a questo campo con la speranza di rivedervi tutti al prossimo campo.
Recluta Lorenzo
[settembre 2011] – E così mi ritrovo a scrivere il quarto resoconto del mio (giustamente) quarto raduno di A28.
Tutto inizia tanto tempo fa in una remota e lontana regione della terra di mezzo …. ops ho sbagliato.
Per non indugiare partiamo direttamente a giovedì pomeriggio, finisco di lavorare pronto per partire e zac… mi punge un’ape sul collo e quindi prima deviazione, farmacia a prendere la soluzione di ammoniaca per il post punture…. ok ora si va… nooooo il cappello….. cacchio….. corri in un negozio e vai a comprare un cappello carino che mi sta bene di un colore neutro da abbinare su tutto… e da che dovevo comprare un cappello mi ritrovo con 35 € di spesa tra fischietto, magliette e cintura . Ore 16 circa.. si parte.
via…….
Autostrada A1 fino ad Orte, poi strada fino a Foligno, statale fino alle Marche, panico quando la strada indicata dalla guida era chiusa e quindi ho dovuto cambiare percorso (Santo Iphone), ari-panico quando il cell non prendeva e ho guidato alla cieca per circa 30 minuti. Va bene, alla fine tra varie peripezie alle 19:30 arrivo finalmente a destinazione. Porto la valigia e lo zainetto in una camerata e saluto tutti. che bello rivedere dopo un anno tutti, che bello salutare chiacchierare fare le battute con tutti, vecchi (nel senso di vecchi partecipanti al raduno) e nuovi (per me nuovi o nuovi perché nuove reclute) (mi sa che ho scritto troppe volte la parola nuovo)
Si cena fuori.. in questo raduno non ci sarà il cuoco ufficiale quindi la cena di giovedì viene fatta in un bel ristorante vicino la base, mangiamo discretamente bene, chi la pizza chi la carne, il servizio un po’ lentino ma va bene così.. e si fa ritorno alla base, ancora qualche chiacchiera e poi nelle brande a dormire (far finta di dormire visto il concerto che si instaura praticamente subito).. ma tanto ci sono abituato a non dormire il giovedì notte.
E così ci si sveglia venerdì mattina pronti per il raduno, pronti per questa nuova stupenda ed emozionante avventura….
Prima adunata, il maggiore ci saluta e ci da il benvenuti a questo nuovo campo di A28, il primo campo finalmente in cui non piove e fa caldo; un caldo sopportabilissimo visto che non c’era neanche l’ombra di umidità e soffiava sempre una piacevolissima fresca brezza, divisione delle squadre, ta dààààà Caposquadra dei Verdi (dopo due raduni da rosso e il primo da blu) verdi.. ma no… uno vale l’altro no ??? (anche se si è rossi dentro 😀 😀 ), In squadra con me Renato, Mauro e le reclute Luigi, Angelo Lorenzo ed Alex. Amorino invece caposquadra dei rossi. Ricevo dal Maggiore il meraviglioso gagliardetto dei verdi , le bandane ed i sogoli da distribuire agli altri della squadra.
La giornata di venerdì passa abbastanza velocemente tra l’arruolamento, l’addestramento delle reclute, i vari giochi, le chiacchiere , le risate, i pranzi (questa volta le squadre cucineranno a turni e anche questo farà parte del raduno in quanto più è buono il cibo e più punti prenderà la squadra)… e si arriva alla cena, e mentre siamo pronti a cucinare (toccava ai verdi la cena) la pasta zaaaaaaaac, ispezione… ma porc me lo potevate dire prima, e così serviamo la cena con una pasta leggermente scotta ma comunque buonissima (ahahahha), e la serata scivola tra un bicchiere di vino, il caffè dell’immancabile ed insuperabile Sergio, le chiacchiere, le risate e gli sbadigli. Verso mezzanotte andiamo a dormire, metto il pigiamino mi stendo sulla branda, conta fino a 40 va… dai 50…. svegliaaaa…. tutti in adunata, mi vesto con una rapidità incredibile, che neanche Flash ci sarebbe riuscito e via che la serata continua (nottata). Terminata questa simpaticissima improvvisata (davvero stupenda …. dobbiamo farne altre :D) si torna alla base e questa volta davvero si può andare a dormire.
Il sabato è sempre il giorno che stanca di più, il giorno in cui si decidono le danze, il giorno in cui i miei piedi diventano tipo uova strapazzate per il male che mi faranno la sera.
Colazione, Adunata e via che si comincia… (se fosse un file vocale partirebbe la canzoncina che fa Spider Man, Spider Man, …..) La Rete, la staffetta, i lanci, i pranzi .. il pranzo … una carbonara ottimissimamente realizzata da Luigi e Mauro (siete mitici), ed il pomeriggio continua con altri giochi, risata corse , divertimento e stanchezza che mano a mano si accumula e si fa sentire…. Doccia, sciampo, pulizia della camerata e dei bagni, ispezioni… sfilate di moda (ahahahahahhahaha) e via si vola verso la cena. Come al solito è impossibile dire tutto quello che si fa sia per la sorpresa da lasciare ai nuovi arrivi sia perché è davvero indescrivibile le sensazioni e le situazioni che si vengono a formare e a creare in un raduno di Articolo28. La cena è servita dai Rossi e si comincia con i brindisi. Uno per il maggiore, uno per A28 in toto e uno per l’ottimo lavoro fatto da Daniele per aver organizzato il campo (i turni di guardia di notte Daniiiiiiii), Finisce la cena, finalmente si viene a sapere la squadra vincitrice di questo 27° raduno… i VERDIIIII .. siamo miticiiii….. e vaaiiiii
C’è stato un momento della cena che è stato davvero stupendo. Dopo il quarto brindisi e dopo qualche bicchiere in più di un ottimo vino un po’ forte (ma giusto un poco vero Luigi?) ero praticamente brillo andante quando Renato fa un bellissimo discorso molto commovente ed a me partono i lacrimoni, finito il discorso, applauso, e Zac sento una cosa detta dal Generale e comincio a ridere, mi butto sotto il tavolo e rido e piango contemporaneamente… davvero una cosa unica, con i lacrimoni e ridere di brutto…… stavo per sentirmi male dalle risate… Dopo aver ritrovato un minimo di decoro e di decenza nell’aspetto si ritorna fuori preparandosi all’ultima adunata davanti ad un vivace falò e si conclude formalmente così il raduno. LA serata poi scivola via fino a tarda ora restando a chiacchierare serenamente con tutti.
E così giunge la domenica mattina, il giorno più brutto perché il raduno finisce e dovrai salutare tutti e tornare alla tua normale vita. Il bello ed il brutto dei raduni è proprio questo, il fatto che durano poco è brutto, vorresti che durassero di più, ma il bello sta proprio in questo, tutto concentrato in due giorni e mezzo ed in questo poco tempo riesci a stringere dei bellissimi rapporti con delle persone che fino a qualche ora prima erano dei perfetti sconosciuti che probabilmente non avresti mai conosciuti perché distanti, ma che il raduno di A28 permette di superare le distanze. Ultima adunata, ultime cose da dire prima di finire il raduno e cominciare a riassettare tutto per poi tornare alle nostre vite al nostro Tran-tran giornaliero.
Un gelato in compagnia di Roberto, Carlo e Alberto e poi via per un rientro a casa con tanti ricordi, tante novità, tanti pensieri, ma una sola cosa …A28 è qualcosa di insostituibile e faro di tutto perché vada avanti nel migliore dei modi facendo così che lo Spirito che guida questa organizzazione, questo gruppo resti sempre vivo e sempre presente.
Un ringraziamento va a tutti i partecipanti a questo raduno, in particolare alle persone del direttivo che sempre riescono ad organizzare dei meravigliosi raduni.
Un bacio ed un abbraccio poi a tutti in particolare naturalmente alla squadra verde.. siamo,… siete stati davvero stupendi e mi avete fatto passare 3 giorni stupendi con la vostra simpatia e la vostra semplicità, con le vostre parole e azioni. Grazie
Mi è dispiaciuto che Alex per motivi di lavoro è dovuto andar via sabato per ora di pranzo, spero di poterlo rivedere al prossimo raduno.
e volevo ringraziare Valerio per le bellissime parole che mi ha detto sabato sera ritornando alla base.. grazie grazie grazie.
Un abbraccio a tutti e a presto Caporale Achille
“Tutto è Giusto e Perfetto”.
L’emozione di ritrovare gli Amici dei vecchi raduni, la magia d’incontrarne di nuovi, sono Giusti e Perfetti.
La palpitazione di riabbracciare, dopo averlo cercato in tutta la “caserma”, Chi, più di tutti, attendevi di rivedere – come, per me, il Maggiore Roberto – per gioire anche della Sua sola presenza, è Giusto e Perfetto.
Il desiderio di condividere, sino in fondo, assaporandone ogni momento con intensità di sentimenti, l’esperienza di comunione del campo, è Giusto e Perfetto.
E se il decennale di Articolo 28 ed il coevo 25° campo hanno potuto, così, celebrarsi, si è, ancora una volta – ho motivo di fermamente crederlo – rafforzato il tessuto di un Gruppo capace di plasmare forza e dolcezza, erigendole a fabbrica di sorrisi.
Esprimere in sintesi… id est rischiare di non valorizzare a sufficienza componenti importanti del percorso compiuto “insieme”.
Ma come potrei non rievocare la serenità dei momenti trascorsi con il Soldato Mirko, vera, totale e profondamente genuina? E adesso “sono certo” che Lui saprà credere a quel che dico. E, con Lui, anche la Zia e Cesira.
Come dimenticare il ricongiungimento ai due davvero squisiti allora Soldati (ed ora Caporali) Amorino e Renato, che saluto con affetto, ovvero al Soldato-ragazzino (ora anch’egli Caporale) Enrico, di solo apparente fragilità ed invero di solidissima e capitolina fattura?
Come sorvolare sull’affetto verso i propri compagni di squadra (verde), in quest’occasione da me ahimè traghettati non certo alla vittoria nel gioco, ma verso un’esperienza che – mi auguro – egualmente appagante e ricca di modulazioni di vita, com’è stata, ancora una volta, per chi scrive? E non solo per merito di una “First (o Fist) Lady”…
Il tempo è relativamente poco, in un campo. Ma ti consente di ugualmente cogliere, se hai il desiderio di farlo, senza la presunzione del giudizio “a tutti i costi” e di donare, se l’hai in animo. Anche solo una pacca sulla spalla, in un momento di sconforto, di non conclamata perfetta salute (come per la timida ma carinissima “quasi-recluta” Giuliano) o di non troppa fiducia nelle proprie capacità ad affrontare la tenzone di squadra (come, talvolta, per il Soldato Luca di Parma o la Recluta Daniele).
E così, una sfera multicolore da balera romagnola d’un tempo svetta, d’improvviso, tra le sonorità dei partenopei fuochi d’artificio del Caporal-“Maggiore” Sergio – mi raccomando al suffisso!!! – ad animare, fra plurime caffettate “d’autore”, il clima della truppa, pronta a mescolare le proprie fisicità alla virile imponenza dei G.B.I. e ad affiancare, al termine di un commosso brindisi (ce l’ho fatta, infine, a portarlo a termine!!), all’esultanza dell’Uzzè-Uzzè-Uzzè!!! (leggasi Ferrè-Ferrè-Ferrè!!!, in onore al soldato Raffaele, che abbraccio, rediviva, subitanea ma graditissima presenza del campo), la potenza di un vigorosissimo inno d’oltralpe (sia pure difficilmente, per me, ripetibile).
Rivivrà, Ragazzi, Articolo 28. Siatene certi.
Forse non sarà – o non sarà stato – proprio in ogni occasione “Giusto e Perfetto”.
Ma chi – o cosa – in fondo, lo sono?!?
E sarà presente, più solido che mai, a sostenerci, nei pochi giorni dei raduni (ma non solo), discreto ma efficace, profondo e sempre vero.
Almeno quanto il Tenente Klaus.
E se poi, d’improvviso, una qualche avversità dovesse inaspettatamente cogliervi, grazie ad Articolo 28, saprete anche prontamente difendervi, col solo dire: «Matildeee, l’ombrello!!!».
E Lei CI SARÀ.
Vi abbraccio e, ora più che mai, Vi dico: «A presto».
Il neo-Sergente Luca.
” Recluta Luca, squadra verde, attenti! “;
queste le parole con cui mi sono presentato agli ufficiali la prima volta.
Il Maggiore con la sua solita ironia mi ha risposto: “Bene recluta, vedo che ti dai gli ordini da solo”.
Questo è stato il primo di una serie di errori grotteschi che se fossero stati ripresi e pubblicati su youtube avrei fatto ridere mezza Italia per sei mesi.
Nonostante questo devo riconoscere di non essermi mai divertito così tanto in vita mia.
Vorrei inoltre mettere in evidenza l’aspetto “terapeutico”, se così lo vogliamo chiamare, di queste giornate trascorse in un luogo isolato, fuori dal mondo e dalla routine di tutti i giorni.
Vivere a stretto contatto con altre persone, condividere la stanza, le docce, il refettorio e quant’altro.
Poter essere se stessi, finalmente, liberandosi di quella maschera che nella vita di tutti i giorni siamo costretti a portare, nostro malgrado, un po’ per difenderci dagli altri, un po’ per soddisfare le aspettative che loro hanno nei nostri confronti.
Per quanto riguarda la vita al campo, i momenti di maggiore tensione erano sicuramente quelli delle ispezioni alle camerate; c’era tutto un via e vai per riordinare e rassettare tutto; lavare , spolverare e quant’altro, ed il tempo non era davvero molto.
Quando gli ufficiali facevano il loro ingresso in camerata cominciavano a guardarsi attorno, mentre noi eravamo immobili sull’attenti.
Il Maggiore, come sempre, faceva le sue considerazioni ironiche ed io faticavo enormemente nel trattenermi dal ridere;
d’altra parte non potevo certo ridergli in faccia… sarebbe stato quantomeno incongruo…
La prima notte non mi è capitato alcun turno di guardia; sospiro di sollievo! Almeno avrei potuto dormire tranquillo, e non è poco per uno abituato a dormire nove ore per notte.
La seconda notte invece mi è capitato il turno dalle due alle quattro; pensavo che quelle ore non passassero più, invece grazie alla compagnia e alla simpatia del soldato Enrico sono trascorse in un attimo. Grazie Enrico, anche per la tua sensibilità!
Vorrei approfittare di questa occasione per ringraziare il generale Davide, che mi è stato vicino e mi ha dato un importante supporto.
Un grazie anche al Tenente Klaus per la sua disponibilità; la prima volta che lo vidi mi intimorì in modo non indifferente, poi ho capito trattarsi di una persona sensibile e misurata.
Un grazie infine a tutti gli ufficiali e ai soldati che hanno condiviso con me questa esperienza e un arrivederci (speriamo) alla prossima.
Recluta Luca.
Questa mia seconda esperienza è stata molto diversa dalla prima.
La prima volta c’era un freddo cane e si era in pochi (Monte Nerone) e ciò aveva contribuito a creare un clima particolare.
Stavolta il meteo è stato favorevole, la località meravigliosa e il gruppo numeroso e assortito. All’inizio questo mi ha un po’ spiazzato, ma dopo qualche ora il miracolo di A28 ha cliccato e mi sono ritrovato pienamente dentro al “gioco” divertendomi come un matto.
Mi sono in particolare goduto il mio angolino silenzioso, posto di osservazione dei compagni. Ciascuno di loro “bellissimo” a suo modo e ciascuno con il suo contribuito al clima di allegria e collaborazione generale.
Non voglio fare torto a nessuno ma tanti “soldati” mi hanno impressionato per la freschezza delle loro esperienze, per la disponibilità, per la voglia di mettersi in gioco, per la capacità di ridere dei giochi, delle vittorie e delle sconfitte, per la capacità di fare ironia su se stessi e sulla vita.
E poi, diciamolo, ce ne erano tanti “boni”!!!
Come momento specialissimo mi è rimasta la “battaglia” del sabato pomeriggio. Non mi sono sentito così FELICE da tantissimi anni. Una esperienza davvero impagabile!
Al rientro la chiacchierata in macchina con il Capitano Carlo mi ha aiutato a capire molte cose di me… e scoprire che a 47 anni è ancora e sempre tempo di crescere. Grazie per degli spunti che a distanza di giorni mi stanno ancora spingendo in avanti!
Come ho detto alla cena di Articolo28, ho partecipato “per fare una cosa positiva per me stesso”, ed ha funzionato!
Cosa posso fare se non consigliarlo a tutti quelli che sono curiosi?
Un solido abbraccio a TUTTI, siamo “forti”!
soldato Gianni
E anche questo raduno è andato…
Il mio terzo raduno è andato, e neanche me ne sono reso conto… non me ne sono reso conto perché quando si sta bene… il tempo passa troppo velocemente.
3 sono stati i miei raduni fino ad ora, 3 sensazioni completamente differenti, ma tutte belle e indimenticabili…
Ho dovuto chiedere le ferie a Marzo ad HP per essere presente al raduno di luglio, ma ne è valsa la pena. Come ne è sempre valsa per tutti gli altri.
E’ stato tutto bello, dalla notte prima della partenza, che non ho dormito e ricontrollavo la borsa, al viaggio con Achille e Giovanni in macchina, ai begli orsi che abbiamo incontrato per strada, sia all’andata che al ritorno ehehe
A io che facevo il navigatore umano, e Achille che cercava i cartelli, e Giovanni che cercava un bancomat, al nostro arrivo al parcheggio e via con lo zaino in spalla a fare il percorso lungo perché quelli breve sembrava troppo facile…
Non potrò mai dimenticare l’arrivo, il maggiore che ci viene incontro, e che ci dice che il tenente Giorgio ci è venuto incontro e noi che manco l’avemo visto!
E’ stato bello riveder tutti: Roberto, Claudio, Giorgio, Carlo… Aver riabbracciato Max, mitico Max, il Caporale Piero che non rivedevo dal mio reclutamento. Già perché quando mi sono reclutato lui divenne Caporale; ai mitici Amorino e Renato, insieme ai quali ho condiviso la crescita ad Articolo 28.
E’ stato bello aver conosciuto le nuove reclute: da Lorenzo con il quale ho condiviso praticamente tutto, dalla camerata alle corse insieme, alle confidenze fatte, e ai nostri… baci di nascosto dati. A Luca che nonostante poteva dare l’idea di essere un ragazzo un pò particolare invece ho scoperto che è molto dolce e sensibile (merito anche del turno di guardia fatto insieme, che praticamente ci ha fatto parlare per 3 ore di noi). Eh si non me lo sarei mai aspettato. E mi raccomando, ricorda quello ti ho detto quella sera, credici e vedrai che tutto quello che vuoi si può realizzare, basta volerlo, non lo dimenticarlo mai!
Ringraziare anche la recluta Giovanni della squadra blu, che quando l’ho svegliato a momenti gli faccio prendere un colpo perché non mi ricordavo il letto. E che dire della recluta Davide che oltre ad essere un ottimo cuoco riusciva a mandarmi in tilt ogni volta che mi guardava. Beh penso che il mio brindisi di ringraziamento al Tenete Giorgio e alla recluta Davide per l’ottima cucina ne è stata un’ottima prova… “Le armi in bocca” penso che passerà alla storia!!!!
Non potrei non ringraziare la mia squadra Verde, il mio Capo squadra nonché neo-caporale Tom, che è stato un ottimo caposquadra e amico, Renato con il quale mi sono tagliato dalle risate, ma anche perché mi ha lasciato l’idea di creare l’attacco per la squdra rossa, che abbiamo annientato in 1 minuto e 50 secondi circa eheheheh; ovviamente Lorenzo e Luca le reclute da addestrare… E Sergio per i suoi Caffè unici!
So che sono sempre ripetitivo… ma vorrei ringraziare soprattutto il comando per darmi la possibilità ogni volta di far parte della loro famiglia, Roberto, Davide, Claudio, Giorgio e Carlo… a voi va il mio grazie più sincero.
Ad Achille e Giovanni per gli ottimi compagni di viaggio che sono stato e non solo, per tutto quello che abbiamo condiviso sia in viaggio che nel campo.
Uffi ecco che mi esce la lacrima… non sono bravo a scrivere lo so, le sensazioni però quelle non le posso descrivere… penso che non esistano vocaboli per descriverli… ma come ho detto prima… non potrò mai, e ribadisco mai, dimenticarle.
Articolo 28 è un amico. Anzi è un gruppo di amici. Di Veri amici. I veri amici sono persone che ci conoscono molto bene, e che nonostante ciò stanno sempre dalla nostra parte.
Eh si… è proprio vero, ci sono cosi tante cose che non si possono pagare con il denaro, ma con un sorriso, un’attenzione, un GRAZIE!
GRAZIE Articolo 28
Soldato Enrico (matricola A.28 1058)
Ah… poi sono riuscito a trovare il nome dell’Uragano che ha colpito la nostra tenda della squadra verde: dopo l’Uragano Victoria in America , c’è l’Uragano Giovanni che arriva dall’arcipelago delle tuchesi. Ahahhaahahha Scusa Giovanni, ma questa c’era tutta!!! ^_^
Padova 13 luglio ’09
Mi ritrovo ancora un pochino stordito e galvanizzato dall’esperienza appena conclusa.
Non trovo le parole esatte per poter descrivere quanto sia stata importante e bella per me… non voglio certo risultare melenso, ma l’ho vissuta così intensamente soprattutto a livello personale che sono ancora preda di un turbinio di emozioni molto forti e positive.
Son giunto con molte perplessità e con una buona dose di timore. Il mio compagno, il Caporale Piero è stato molto discreto nel non ragguagliarmi su quanto sarebbe accaduto e lo ringrazio per la bellissima sorpresa che ne è scaturita… non volevo certo pormi nella posizione di “raccomandato” o della “puttanella del caporale”… anche se poi un po’ puttanella lo sono.
Mi è piaciuto fin dall’inizio lo spirito e l’energia positiva che si percepiva nell’aria di quel posto così incantevole e isolato che penso potrebbe rigenerare chiunque. Non ho provato alcun disagio nel condividere gli spazi, il letto, la tavola, le latrine con tutti, perché tutti eravamo allo stesso livello, almeno così io l’ho percepita e quindi non vi era motivo ulteriore per assecondare la mia storica pudicizia (tra l’altro assurda per una zoccola del mio calibro) che da sempre mi attanaglia.
Credo che questo tipo di esperienza dovrebbero farla in molti delle persone che conosco nella mia vita… è assolutamente liberatoria e arricchisce molto dal punto di vista umano.
Trovo straordinario riuscire ad avere la capacità e l’intelligenza di riuscire a dismettere il proprio ruolo, sia professionale che sociale, che si occupa nella vita, e lasciar emergere l’essenza spesso soffocata di ognuno di noi. Il solo fatto di trovarmi assieme a persone parecchio più grandi di me con lavori assai più importanti del mio e con un bagaglio culturale assai più vasto del mio… GIOCARE!! Credo sia una cosa bellissima.
Porterò con me moltissimi ricordi di questi tre giorni… la disponibilità e la simpatia del comando in generale senza nessuno escludere… la simpatia del maggiore Roberto e del capitano Carlo, la disponibilità del generale Davide… e la pazienza del tenete Giorgio per avermi tollerato nella sua cucina… senza contare le sigarette che ho scroccato a tutti… cercando di non farmi sgamare dal mio compagno… che altrimenti mi avrebbe fatto il culo! (cosa che mi avrebbe fatto comunque per altro)
Ricorderò l’aria pulita del mattino e il cielo colmo di stelle prima di andare in branda… Le lucciole che sembravano torce da quanta luce facevano, i giochi, e la battaglia sotto la pioggia alla quale non ho potuto partecipare mio malgrado, ma che comunque mi ha regalato delle risate fragorose e di cuore.
Quasi tutti i partecipanti per un verso o per un altro mi hanno lasciato qualcosa dentro… a partire dal mio capo squadra, il povero Amorino, sfigato in maniera assurda ma sempre disponibile e gentilissimo… proprio una brava persona. Ma anche il suo vice… l’ormai finalmente soldato Achille… tutte e ripeto tutte, persone che trovo eccezionali.
Il saluto militare del soldato Max credo che sia una delle cose che più mi hanno divertito, ma ripeto, tutti proprio tutti mi han lasciato tantissimi bei ricordi di momenti divertenti.
Ah dimenticavo, un ringraziamento speciale anche al mitico Barry, per tutte le chiacchierate che ci siamo fatti, le cose che mi ha insegnato senza nemmeno accorgersene e tutte le sigarette che gli ho fottuto.
Ultimo, ma non d’importanza, un ennesimo grazie al Caporale Piero che ha permesso che tutto questo bello accadesse nella mia vita.
Per tre giorni mi son sentito in famiglia e questo per me è di vitale importanza.
Un caldo bacio a tutti.
Recluta Davide
Caro Diario,
Ecco che ti racconto del secondo raduno (del mio secondo raduno) di articolo 28, del resto a chi se non a te posso raccontare tutto nei “minimi” dettagli (infatti sei l’unico che non mi rompe le scatole dicendomi che sono palloso e scassa-palle).
Questa volta il racconto parte da giovedì e non da mercoledì visto che essendo stato il raduno in toscana potevo/amo prendere il lusso di partire il primo pomeriggio e non la mattina presto come è successo allo scorso raduno.
Giovedì 09/07
“Bene achille, mettiamo la sveglia alle 10 tanto ho detto ai ragazzi che si parte dopo le 14 quindi hai 4 ore di tempo per fare i bagagli, rassettare la stanza, annaffiare le piante ed essere prontissimo anche in anticipo, così mangiamo pure qualcosa”… Le ultime parole famose! non ho sentito la sveglia e ho aperto gli occhi alle 12 🙁 panico totale. Aiutoooooooo. Vabbè inserisco al volo tutto, naturalmente vidimando dall’elenco le cose già messe, e tra un asciugamano ed una maglietta verso le 13:20 sono riuscito a finire la valigia correndo come un dannato da una parte all’altra della casa.. . (peggio/meglio di Flash Gordon).
Ore 13:30 circa Enrico (mi sa che te lo ricordi vero diario di Enrico, quello dello scorso raduno… sì sì proprio lui :D) arriva a casa… e mentre lui cerca di trovare un minimo spazio per sedersi (lasciamo perdere, va) io mi mangio al volo una fettina di pizza pomodorini e gorgonzola (mmm che buona).
Ore 14 circa Giovanni (no, questo non lo conosci diariuzzo bello), il soldatino che viene con noi (anche lui di Roma) mi dice che sta prendendo la metro a Termini e che ci si vede a Tiburtina. Perfetto, mi vesto al volo, valigia, chiavi della macchina, occhiali da sole e via si va a Tiburtina.
Recuperiamo il soldatino Giovanni e si parte per la toscana. Ed ecco che il mio piano di approccio all’autostrada salta. Ma ti sembra possibile che alle ore 15 circa di un giovedì “cagoso” c’è traffico su quella XXX di tangenziale? (domanda assolutamente retorica)… ma va???? Sìììììì (gridano in coro). Vabbè non si prende la Salaria fino a settebagni per poi immettersi nella A1, si passa per il raccordo, cambia strada arriva alla A24 ed indovina un po’… dai è facilissimo… TRAFFICO “gfhkdgjdhlsagkjgsdlngjsclmsham” che sarebbe “e che palle” detto in “fascia protetta”.
Comunque gira e volta, siamo riusciti a prendere l’autostrada, miii che caldo. Accendiamo l’aria condizionata va, non si stava con i 34°C presenti fuori. Prima sosta pappa (ma guarda un po’, ahaha) si prosciugano tutte le risorse dell’autogrill di Fiano Romano e si procede tranquillamente verso Barberino del Mugello, la prima tappa dopo la quale entrerà in azione il navigatore satellitare umano (Enrico). Durante il viaggio si fa conoscenza con il soldatino Giovanni chiedendogli un po’ di cosucce, vecchi raduni, che fa nella vita, sai… :D.
Seconda sosta pipinosa e sigarettosa e poi via per l’ultimo tratto di autostrada. Usciti a Barberino si attiva il navigatore e senza grossi problemi, anzi direi questa volta senza praticamente nessun problema, si arriva allo spiazzale (ma che figata di posto si esce dalla macchina 21°C ed un panorama mozzafiato).
Chiamiamo il tenente Giorgio che ci dice che a piedi sono solo una mezz’oretta di cammino quindi ci armiamo di volontà, mettiamo gli zaini in spalla e via per il Rifugio. Bellissimi sentieri di montagna, panorama da paura, si prende anche la scorciatoia in mezzo alle feRRRRRRRRRRci, e poi svoltato l’angolo (la seconda scorciatoia era un po’ impraticambe vero Giovanni, ahahahah) il rifugio e tutti coloro che erano già arrivati. Che bello vedere il maggiore correre come un matto verso di noi. Mi sono commosso…zi zi zi (citazione, Max non me ne volere, “anche io ho un cuore” ahahah). Posiamo gli zaini e saluti di rito e doverosi a tutti quelli che c’erano, conosciuti e non. Naturalmente le presentazione per chi non si conosceva ancora, perché o di passati raduni o nuove reclute…
Tante chiacchiere, tante parole, sembra di essere tra vecchi amici di lunga data.
Arriva l’ora di cena, eravamo già in molti (se lo legge il professorino Gelmino mi ammazzerà per la “consecutio temporis”), solo in 4 sarebbero arrivati il giorno dopo. 4?? Boh, non mi ricordo.
Si fa l’ora della nanna e si va a dormire visto che il giorno dopo comincia il raduno, e tadaaaaaaaaaaaaaaaa uffffff russano quei 2 sopra di noi (scusate Piero e Davide, ma non vi avevo riconosciuto giovedì sera, quindi eravate quei due sopra di noi, grrrr), e pure Max. Notte praticamente insonne (credo al massimo di aver dormito 2 ore) aggiungendo il fatto che dalla stanza affianco c’era un concerto simile ma 100 volte più forte… vabbè lasciamo stare.
Venerdì10/07
Dai diario su giovedì ho scritto pochissimo, come al solito non posso/voglio scrivere molto del raduno per non levare il divertimento e la novità alle prossime future reclute, fammi sbizzarrire nel raccontare le cose che posso dire!
Buon giorno tutti mi dicono quando esco dalla stanza ed io con un sorriso fintissimo stampato sulla faccia saluto e nella mia testa dico “sticazzi buon giorno, non ho dormito per nulla”, ”buongiorno”, ennesimo sorrisino.
Colazione e poi via in mimetica per la prima adunata della mattinata quella nella quale ci sono i saluti iniziali, la presentazione delle reclute, la presentazione del raduno, verremo divisi in squadre (inizialmente tutti tranne le reclute) etc etc.
I tre caposquadra sono per i rossi Amorino, per il Blu Piero e per i Verdi Tom. A turno il maggiore ci chiama e veniamo smistati nelle varie squadre, questa volta mi capita la rossa, con Amorino, che già conoscevo dallo scorso raduno, in più due nuovi (per me nuovi) soldati, Gianni e la Gelmini, ops scusa Andrea (TVB). Beh non mi sembra male, come prima sensazione. E poi dai sono vice caposquadra, quale onore!
Certamente questo raduno è diverso dal primo, non essendo recluta, non essendo appunto il mio primo raduno so come muovermi, cosa succede (in linea generale) e naturalmente come fare il dietro front, vero ragazzi?
Assieme al Soldato Tom aiutiamo gli ufficiali per l’arruolamento delle Reclute, mentre il resto della truppa segue il capitano Carlo per un’approfondita ispezione del territorio circostante la base.
Ore 13 (credo, Diario non mi posso ricordare tutto, il neurone che gira fa già fatica a ricordarsi come mi chiamo figurati il resto), anche le reclute vengono assegnate alle squadre ed ecco che con la Recluta Davide e la Recluta Vincenzo, la squadra rossa viene completata (anche questo anno io ed Enrico in squadre separate, lui verde mentre Giovanni Blu, la mia squadra del primo raduno). La mattina termina così con l’alzabandiera e poi tutti a mangiare.
Il pomeriggio si inizia con i giochi: il primo gioco, diciamo molto Architettonico, monta smonta, annoda, snoda, tira molla, noto che la squadra rossa, per quanto nessuno avesse mai lavorato con l’altro, andava in perfetta armonia ed accordo, magistralmente diretta dal caposquadra Amorino. Ispezione del lavoro fatto, primi commenti, adunata e poi liberi di tornare in camera per le pulizie personali e la prima ispezione. Nella sistemazione della camerata il nostro caposquadra scivola a terra. Si fa diciamo “leggermente” male al polso, per fortuna sembra nulla di grave, riesce ad alzarsi, naturalmente subito il generale viene ad aiutare Amorino, ghiaccio secco e piastrina di ghiaccio sul polso per attutire il dolore.
Anche se un minimo di dolore persiste sembra comunque che le cose non siano poi così gravi e la macchina di A28 va avanti, l’ispezione, la cena e via dicendo. Turno di guardia, il primo. Dai mi è andata bene, con Lorenzo una delle due reclute della squadra Verde.
Chissà perché, ligio al dovere forse, o altro presentimento o intuito… booh, fortuna?, invito Lorenzo a fare un giro di ispezione fuori, brr che freschino (aveva piovuto) e li succede il patatrack… tutto ciò che avevamo fatto il pomeriggio distrutto, sia quello della squadra verde che il nostro della squadra rossa, quello della squadra blu nulla (qualche sospetto? Noooo vero Diario?)
Ore 2:25: incazzato nero come una iena se non di più, stanco come non mai vado a dormire, il tempo di mettermi con la testa sul “cuscino” e ZzzZZZzzzz.
Sabato 11/07
Sveglia come al solito presto ed Amorino mi informa che va con il maggiore in ospedale a fare un controllo, visto che il polso gli fa ancora male. Mi consegna il prezioso Gagliardetto dei rossi e va. Tanto dice “il tempo di una radiografia” (ed ora aggiungerei: sticazzi) vabbè.
Risveglio muscolare… soprattutto risveglio. E poi un uragano improvviso coglie anche l’opera d’arte dei blu… Credo sia stato lo stesso uragano, vero?? 😀 Colazione, caffèèèè grande Sergio con i tuoi caffè, e via si comincia la mattinata. E zac, e che XXX, Davide non si sente bene e non può partecipare ai giochi del mattino. (più che squadra rossa ad un certo punto ho pensato che fossimo un reparto di un ospedale. Vabbè…) In 4 stringiamo i denti e andiamo avanti. E così la giornata prosegue tra i vari giochi (povere le mie braccine, ahi i rovi, ahi le ortiche), le notizie che il povero Amorino ed il Maggiore erano ancora in attesa, il mio stress per controllare che nessuna cosa della squadra rossa mancasse (lo so è paranoia ma ad un certo punto ho conservato anche il segnaposto rosso dell’adunanza che custodivo gelosamente, così come il foglio con i nomi della squadra rossa veniva riposto in salvo prima che le unghie di qualche avversario lo portasse via dalla porta. Grrrrrrrrrrrr la maglietta con il sogolo… perché non sono andato prima in stanza a posarla?).
Pomeriggio stupendo, si non c’è nessun altra parola che lo può definire: stupendissimo! Anche la pioggia non dava, non mi dava fastidio, perché stavo davvero benissimo. Tra indagini di dove fossero segnati i numeri, ricerca del “tesssssssoro”, imitazioni da parte di Renato…
Ore 18:30 finiamo e veniamo a conoscenza dei punteggi parziali, Siamo in vantaggio di 2 punti dai blu e 4 dai verdi (che poi sono diventati 2 per un bonus preso al precedente raduno). Ultima ispezione, e poi la cena finale. Finalmente tornano Amorino ed il Maggiore, dopo praticamente un bel po’ di tempo passato ad aspettare l’esito delle visite mediche, e poi parlano male degli ospedali del sud… vabbè, nulla di insormontabile, ma Amorino dovrà pazientare per recuperare la sua forma!
Riconsegno il gagliardetto al Caposquadra e mentre lui ed il maggiore riempiono i loro stomaci, finiamo di sistemare, lucidare, rendere perfetta e super ordinatissima la nostra stanza.
Ispezione… e???? Ma porcccccccccccc, SIETE MERAVIGLIOSI!
Cene brindisi, discorsi, Fabrizio hai fatto un discorso davvero bellissimo mi ha toccato molto, e infine alle ore 23 proclamazione della squadra vincitrice: i ROSSI! Sìììììììììì grandiiiiii, siamo mitici.
Vabbè stendo un velo pietoso sulle mie flessioni… ghghghgh, ahahhah.
Ore 01:00 stanco morto, acciaccato e dolorante vado a dormire. Un augurio al neo Caporale.
Domenica 12/07
Beh la domenica, caro Diario, è sempre il giorno più brutto in generale, sia perché è quello che conclude il fine settimana, sia perché, in questo caso bisogna salutare tutte le splendide persone che hanno partecipato a questo raduno. Certo come al solito non ho potuto conoscerle tutte ma davvero sono stato bene con tutti e 24. 24 splendide persone.
Un po’ di riscaldamento muscolare che non fa mai male, colazione e poi riassetto di tutto, bagagli e via, si ritorna a casa.
Ore 16:30 sono a casa dopo aver accompagnato Enrico a San Giovanni e Giovanni a Sant’Enrico… loool vabbè ci voleva la cazzata finale, Giovanni alla stazione ostiense.
Anche questo raduno è finito caro diario e qui come al solito ci vogliono i ringraziamenti.
Questa volta però non li farò come lo scorso resoconto perché sono stati tutti grandiosi e meravigliosi
Naturalmente una parola di riguardo la devo spendere per gli ufficiali tutti, senza di loro non potremmo mai vivere queste stupende avventure di 2 giorni e mezzo. Grazie, davvero non so come ringraziarvi adeguatamente. Vabbè il fatto che leggete tutto questo mi basta… ahahah
E naturalmente non posso non parlare della squadra dei rossi. Ragazzi sono stato davvero benissimo con voi. Naturalmente mi è dispiaciuto per Amorino e Davide che per una ragione o per l’altra non hanno potuto partecipare alle avventure del sabato. Grazie ragazzi, davvero sono stato benissimo con voi, una grande vittoria di squadra.
P.S.: Grande Barry, grandi miglioramenti del tuo italiano. Questa volta siamo riusciti a parlare molto di più e mi ha fatto davvero piacere rivederti.
Sono le 01:02 ho sonno, e domani si torna a lavorare. E come al solito ho scritto il solito “papiello” (Che tradotto significa che ho scritto troppo) .
Buona notte diario.
Buona notte A28.
Soldato a vita Achille.
Sistemavo le ultime cose restate nello zaino, quello zaino che per il Maggiore è talmente grande e strapieno da rendere il mio armadietto al campo “indecoroso”.
E’ stato il mio secondo raduno. Il mio capo squadra Renato mi ha detto che mi ha visto diverso dal precedente. In effetti ha avuto ragione: durante il primo raduno mi ero trovato catapultato nel passato, nel periodo della NAIA; in questo mi son sentito sin da subito a mio agio.
Ringrazio la mia squadra per l’armonia, il senso di civiltà, di affetto, ci conscia condivisione: siamo stati 5 marmittoni speciali e vi porto tutti nella mia mente.
Ho conosciuto dei nuovi amici con i quali mi auguro di rivivere presto dei nuovi momenti di divertimento ed agonismo, insieme ai miei FRA’ e a tutti i membri di Articolo.
Ringrazio Max per le parole che mi ha detto con i fatti ancor prima che con le labbra. Diego sei speciale, sei un grande, Raffy forza che prossima volta la febbre non ci sarà J.
Ai due Franceschi, Achille (o’ vaso), Enrico, Amorino, Alex, caporale Ivan, Ten. Giorgio e Ten. Klaus , Cap. Carlo, Gen. Davide, AUC Berry, caporale Luca (cavoli merita una medaglia solo per come indossa la divisa e per non parlare dell’oratoria), e Cristiano: a prestissimo.
Soldato Alberto
Dopo il Giovane, il Bello, Il Veterano tocca me scrivere…allo Zio
Eccomi qua Ragazzi Belli del mondo A28. Eccomi a fare il report. Come faccio spesso in ufficio, però questo è un report diverso, accidenti se è diverso.
Anni fa avevo letto un redazionale su A28, mi stuzzicava la cosa, pensavo a questo mondo gay duro, mi ricordavo ogni tanto ma lasciavo decantare, sono passati gli anni e i fidanzati, ma l’idea di incontrarvi è sempre rimasta e ora alla mia età, da zio, ho trovato lo spirito e la condizione ideale e l’ho fatto, mi sono messo in gioco e ho scritto al mitico ARTICOLO 28. Lo sapevo che ero un pezzo di legno x mettermi a correre in tutina verde militare su e giù per i boschi, insieme a ragazzotti tutti energie e pisello di marmo, però il desiderio di provarci era troppo forte. Ragazzi io sono una bestia da metropoli, e solo un giardino un po’più grande del solito mi da’ preoccupazione, figuriamoci un bosco selvaggio. Però lo volevo fortemente e l’ho fatto. Due mesi di palestra x fare un minimo di fiato (ma proprio il minimo, visto che erano 20 anni che non muovevo un muscolo), ed eccomi in tutina mimetica come un vero Rambo… oddio, almeno esternamente un po’ spero che lo sembravo.
Ci ho provato, mi sono messo in gioco, ho faticato, ho vissuto in mezzo alla natura, ho fatto il militare che non avevo mai fatto, ho giocato, sudato, riso, mi sono stancato e anche raffreddato da morire, ma l’ho fatto. E sapete cosa vi dico? Nella mia vita ho cominciato a vivere intensamente già a 14 anni, ho girato il mondo mille volte, e conosciuto tante persone, ma con voi sono stato da DIO. Non so come ne perché, ma sono tornato a casa si dolorante, ma felice.
Sarà stata la convivenza forzata con altri maschi (e non checche), lo scambio promiscuo di testosterone che era sempre nell’aria, l’essere tutti uguali, anzi, io a 51 anni una semplice recluta che doveva solo obbedire e stare zitta, il vivere in squadra e combattere per la squadra, il pulire i pavimenti con allegria, e rifare il letto mille volte, il lavarsi con l’acqua fredda, lo scarriolare montagne di legna, il dormire in branda, il mostrarsi nudi continuamente senza pudori, l’essere pronti per tutto e tutti, il condividere ogni cosa da bravi fratellini… Tutte sensazioni fortissime, nuove e bellissime.
Un modo di essere gay diversissimo e lontano dal nostro solito modo di essere: dal Quadrilatero e dai D&Gini e Guccini e Pradini, dalla Friendly Versilia, da Gallipoli, e dalle dark, dalle saune trendy e dai gel extrastrog, dalle lampade e dai look forzati, dai Bear, dai Fashion, dagli Emo, dai Fetish.
Solo ragazzi, semplicemente ragazzi naturali che vogliono divertirsi, senza fronzoli e orpelli.
CHE BELLO, FINALMENTE, CI VOLEVA!
Tornerò eccome, voglio rivivere queste sensazioni. Cercherò di fare altro fiato e dare vita a tutti quei muscoletti che non pensavo neanche più di avere, per non rifare le figuracce che ho fatto, ma almeno sembrare credibile.
Non faccio i ringraziamenti come sul palco del Kodak Theatre agli Oscar, perchè potrei davvero sembrare una vecchia Star dalla lacrima facile, però mi complimento con chi ha avuto l’idea di creare ARTICOLO 28, e con tutti quelli che lo sostengono con impegno. E’ stata una bella pensata, e anche se ognuno vorrebbe farne mille variazioni e personalizzarla, comunque funziona e dà emozioni forti. Questa è l’essenza e cercherò, nei miei limiti, di collaborare il più possibile.
BACI recluta RAFFAELE
Dietrofront!
E’ l’istantanea ed il sonoro che caratterizza e racchiude l’essenza del raduno appena terminato, da chiudere e conservare nel mio personale cassetto dei ricordi. Da riaprire per riassaporare, di tanto in tanto.
Dietrofront!
La “disgustosa” immagine della truppa impegnata ad eseguire il comando impartito dagli Ufficiali. Uno spettacolo irripetibile e appunto “disgustoso”. Come irripetibile è stato il saluto della recluta Max durante l’arruolamento. Da corte marziale!
At-tenti! Fianco sinist… sinist! Fianco dest… dest! Avete capito?!? Non ho sentito!
Dietrofront!
Per immergersi nel rumoroso silenzio della natura. La base. Pietra e legno. Neve. Acqua del ruscello. Vento. Gli alberi si stanno risvegliando. Come la truppa, assonnata, al mattino. Per i turni di guardia notturni, forse. O anche per altro. Sguardi d’intesa, contatti furtivi che valgono più di tante parole.
Dietrofront!
Per compiacermi e congratularmi con le squadre che hanno eseguito le missioni a loro affidate con precisione, capacità ed ironia. Guidate da caposquadra valenti e leali. Per poter contribuire di nuovo al trasporto del ferito della Squadra Rossa. Siamo, siete stati grandi! Grande prestazione, ferito iperrealistico! Un’interpretazione da Oscar!
Dietrofront!
Anfibi infangati. Anfibi tirati a lucido il mattino. Mimetiche che vestono maschi corpi. Corpi infreddoliti. Corpi sudati. Corpi sotto le docce. Adunate. Ispezioni. Punizioni. Urla del Capitano.
Dietrofront!
Per riassaporare i pochi momenti di calma, durante la libera uscita, la notte, davanti alla stufa, il buio reso meno nero dalla legna che arde. Il calore, non solo quello del fuoco. Un ricordo. Intenso. Ti ricordo. Intensamente.
Dietrofront!
Per tornare indietro nel tempo e poter rifare e rivivere l’intero weekend. Rewind. Una. Due. Tre volte. Ancora. Per fare meglio, per poter aver più tempo per conoscere e farsi conoscere da tutte le reclute. E rinsaldare le amicizie con i vecchi commilitoni. Il tempo scorre veloce, troppo.
Ma non è possibile. E allora
Compagnia… Avanti… marsh!
A28 Tenente Klaus
N.B. qualcuno mi sa dire dove poter acquistare il “Luan di Bosco”?
Un ringraziamento speciale ai colleghi del Direttivo che hanno condiviso con me questa nuova avventura. E a tutti voi partecipanti. Senza di voi il nostro lavoro non serve a nulla. Siamo pronti a ripartire. Stay tuned.
ECCOMI QUA.
E’ finito un altro raduno…
Sono tornato alla mia vita di tutti i giorni.
In questo momento sono in metro che vado al lavoro… ho ripreso la mia solita routine.
Mi scuso se non ho fatto ricevere prima questo report, ma sono stato praticamente catapultato nella mia vita di tutti i giorni di tecnico informatico…
Ho ancora il sapore dell’aria respirata al campo di A*****s, e i ricordi mi accompagnano in questo momento.
Ecco questo è un punto.
Vedete… la cosa bella dei campi, sempre più diversi, sempre più belli, è proprio questo… lo stacco totale con il mondo di tutti i giorni… il momento di rinascita con te stesso…
Il fatto che sei allo stesso livello di altri, che sei un architetto, un dirigente di banca, un tecnico informatico, un designer, un ingegnere, un impiegato, un cuoco… il fatto che stacchi tutto e da tutti per tornare con il tuo io interiore… e tornare a capire come sei fatto veramente, tornare a rimetterti in gioco… questo è quello che succede nei campi.
Tornare quest’anno non più da recluta ma da soldato semplice è stata una sensazione meravigliosa.
La cosa bella è stata aver rivisto i miei colleghi di reclutamento, Amorino, Renato, Alberto e Cristiano… essersi rivisti da settembre, aver condiviso di nuovo tutto insieme, insieme ad altre nuove reclute… mi manca già tutto.
Mi manca il Capitano Carlo che mi sveglia la mattina alle 7 con la tromba, che ci dice di alzarci e di prepararci per fare attività fisica, la tensione per l’ispezione nelle stanza, i giochi fatti con gli altri, e le gare fatte insieme, i momenti belli passati in cucina con il Tenente Giorgio e la recluta Achille a preparare i cibi (che non dimenticherò mai), i consigli del Maggiore Roberto e del Generale Davide (anche quest’ultimi impossibili da dimenticare).
Ci sarebbero mille altri ringraziamenti da fare, in particolar modo al tenente Klaus perché ho avuto ancora l’ennesima conferma di quale persona splendida sia stata.
Grazie Tenente per aver partecipato con la squadra Rossa, grazie anche a Lei abbiamo vinto.
Grazie Tenente per avermi appuntato la spilla del sogolo, nonostante l’avessi persa durante gli esercizi della mattina, grazie mille per la sua disponibilità sempre pronta, penso che persone come lei sono rare.
Ecco questo è Articolo 28… Una squadra vera! Una squadra perfetta e legata stretta. Nessuno escluso sono tutti unici nel loro modo.
Io non ho mai potuto ringraziare dal vivo tutti quanti gli Ufficiali, ma è solo grazie a loro se ogni volta mi diverto e ritrovo me stesso e sopratutto in questi campi posso veramente capire quanto posso valere sia come persona singola, sia all’interno di una squadra.
Grazie a loro ho capito chi sono veramente, e cosa posso affrontare senza problemi, senza paura, la cosa più bella è riscoprirlo sempre in questi campi… e con persone che ormai voglio bene e fanno parte della mia vita.
Questo è il bello che solo in tre giorni riesci a conoscere altre persone, scoprirti, e avere un feeling di squadra unica.
Vorrei ringraziare in primis il Maggiore Roberto, il Generale Davide, il Capitano Carlo, il Tenente Giorgio e il Tenente Klaus, soprattutto perché mi danno la possibilità ogni volta di stare con loro, con il loro splendido gruppo, imparare sempre nuove cose, ma sopratutto di avermi dato la possibilità di diventare quello che sono ora e che divento ogni giorno grazie a loro… a loro va il mio grazie più sincero.
Un GRAZIE va sopratutto alla recluta Achille per aver condiviso con me tutto, dal viaggio di partenza a quello di arrivo, alle notti passate, ai racconti fatti, alla cucina condivisa, alle gare che abbiamo fatto, alle chiacchierate e a tutto quello che abbiamo fatto… è stato bello aver scoperto in lui un grande amico e sono contento di poter continuare a frequentarlo al di fuori del campo.
Al Francesco della squadra blu 🙂 la bi-recluta pe capisse… eheheehh, perché è stato dolce e un grande quando abbiamo fatto il turno di pulizia insieme… io che ero convinto che eravamo in ritardo e che eravamo un ora in avanti e lui che mi tranquillizzava che avevamo ancora 1 ora e 45 minuti di pulizie da fare 🙂
E poi la mia squadra Rossa (vincitrice stavolta del campo) 🙂 Luca, Francesco e Amorino, è stato bello riavere in squadra alcune delle stesse persone dell’anno scorso con il quale sono stato reclutato e con le quali ho fatto il campo. Il destino ci ha rimesso insieme di nuovo… quando uno parla del caso!
Grazie Amorino per avermi prestato il tuo giacchetto quando hai visto che avevo freddo e che non stavo bene, nessuno ha mai fatto per me una cosa del genere…
Francesco grazie per le belle parole la sera dell’ultima ispezione fatta… non le dimenticherò 🙂
Al mitico e grande recluta Raffaele per avermi fatto sempre ridere con i suoi mitici commenti e per aver condiviso con noi un pezzo della strada di ritorno (sei grande Raffy!)
Come non ringraziare la recluta Diego per essere stato mitico sopratutto con il “Luan di bosco”
Alla squadra Blu e Verde per essersi difesa bene contro la Rossa (nonostante la nostra vittoria)
A Ivan che ho scoperto una persona dolce e sensibile nello stesso tempo. Insomma nessuno escluso. Non voglio fare i soliti commenti o dire le solite cose, però è questo. Grazie a tutti di cuore, nessuno escluso.
Sperando che il prossimo raduno ci sia anche il sergente Vito, che quest’anno è mancato per via del lavoro, sperando di vederlo nel prossimo.
Eccomi arrivato… la prossima fermata è Manzoni, la mia, devo scendere. Come è veloce il tempo. E’ proprio vero quando stai bene il tempo corre. Corrono anche i ricordi. Eh già, mentre scrivevo sono riaffiorati altri ricordi del campo (uno a caso, tanto per fare un esempio: io nella barella che facevo l’infortunato; è stato bellissimo, penso che lo ricorderò per tutta la vita 🙂 ehehheh)
Tutti molto belli…
Tutti… Nessuno escluso.
Grazie ragazzi per tutto.
Con affetto
Soldato Enrico
Presentazioni, saluti, sorrisi, risate, abbracci.
Note di plurimi colori in rasserenante sinfonia d’insieme.
E così si avvia, e così si chiude il mio terzo Raduno in Articolo28, in un rinnovato clima ludico-ricreativo, di intenso impegno per i componenti del Direttivo, di estrema lealtà e correttezza da parte della truppa.
Un Campo che ho vissuto “con passione”, da “Caposquadra” dei Rossi, con gli Amici Soldati Amorino (mio “vice”, che tanto ringrazio) ed Enrico e la capitolina recluta Francesco.
Ma anche in appagante intesa con i Capisquadra dei Blu (il Soldato Cristiano) e dei Verdi (il Soldato Renato), con i quali sono felice di aver condiviso quest’esperienza, di gioco sì, ma ugualmente molto edificante, e che voglio per primi, qui, salutare.
Perché, in un Campo di Articolo28, ogni sensazione è autenticamente amplificata, ogni emozione più fervidamente vissuta: gli sguardi hanno il tempo per incrociarsi, le parole per articolarsi, i corpi per incontrarsi.
Sei fuori dalla complicata realtà di ogni giorno e la ricchezza di sfumature che, se lo desideri, sei in grado di offrire agli altri e di percepire da loro è inimmaginabile.
E, in quest’atmosfera, puoi accorgerti della dolcezza di un sorriso o della malizia di un ammiccamento; ma anche del tono cupo di un’espressione o del bisogno d’affetto di chi ti circonda.
Ed è così che, nella consapevolezza della labile serietà di regole e gerarchie, ti scopri incantato ad immaginare le arrabbiature ed i presunti svenimenti di un’improbabile coreana di nome “Min” (o meglio, come più ci piace, “Ming”), ad assistere ad un inaspettato e mirabolante saluto della recluta Massimiliano ai superiori, alla spasmodica ricerca ad opera di “esperti” cani da tartufo per le amene vie della Caserma, al divertente leit-motiv, infine forse fondato, “I Rossi sono i più forti” ideato dalla sorprendente Recluta Diego-Mirco.
Grazie a Tutti, Ragazzi, per esserci stati.
Grazie anche a chi c’è stato nel passato, non senza nostalgia, come il Caporale Maurizio.
Grazie ai Rossi, ai quali dedico, con profondo affetto, la mia promozione a “Caporale”.
Grazie, Francesco.
E per ogni abbraccio e sentimento, sempre più forte, davvero GRAZIE, Maggiore Roberto.
Alla prossima, spero.
Il Caporale Luca.
Spazio, ultima frontiera. Questi sono i viaggi della nave stellare Enterprise. La sua missione è quella di esplorare strani nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà, per arrivare dove nessuno è mai giunto prima.
OPS ho sbagliato!!!
Dal diario di una recluta piccina piccina 😀
In queste pagine del mio diario ci sarà un resoconto spero breve di questi 4 giorni passati fuori Roma per il raduno di Articolo28 (o dovrei dire trenventotto come ho detto all’inizio ma lasciamo perdere e proseguiamo con ordine)
Mercoledì 11/09 – cena tranquilla a casa… del resto la sveglia il giorno dopo è abbastanza presto, serata con tv accesa, coinquilini e “Amici” in sottofondo (beh si mi vedo “Amici” va bene????) finito “Amici” mi accingo a mettere le cose del raduno nello zainone, lista alla mano pennarello per cancellare le cose che mano mano inserisco e verso le 1:30 finalmente chiudo tutto (azz dovevo dormire presto).
Giovedì 12/03 – sveglia ore 8, colazione, doccia, preparazione, ultimi controlli allo zainone che pesa più di me e si scende. Si prende la metro e perfettamente alle ore 9:30 sono al binario 1 dove mi aspettano già Enrico e Francesco gli altri 2 di Roma con i quali condividerò il viaggio in treno fino a Venezia. Il viaggio passa abbastanza velocemente, essendo in 3 le chiacchiere praticamente andavano a raffica, soprattutto i ricordi di Enrico sul vecchio raduno, e più Enrico parlava più la mia ansia aumentava (ma lasciamo perdere questo piccolo piccolo dettaglio).
Arriviamo a Venezia mangiamo come 3 maiali affamati (quelli del bar di Venezia – Mestre hanno poi chiuso il locale per mancanza di cibo, ahhahaha) e lì abbiamo conosciuto i 2 che ci avrebbero portato con le macchine fino al luogo del raduno, Arrigo e Max. Ci dividiamo nelle 2 macchine e si parte. Partenza ore 15 arrivo al luogo del raduno ore 18 circa (miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii che palle ci siamo persi un casino di volteeee, ma ad un certo punto telefono ad Enrico e decidiamo di prendere in mano la situazione, basta! E siamo arrivati). Arrivati ed ecco la prima sorpresa… NEVEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE, ma porc XXXXX… il paesaggio è meraviglioso, la casa dove dovremmo stare in questi 3 gg è davvero bella tutta in legno, rumori di cascate e montagne tutte innevate sullo sfondo… WOW da mozzare il fiato. Scarichiamo la macchina e salutiamo i presenti (ecco mi devo ricordare i nomi, concentrati Achille), posiamo i bagagli in una stanzetta provvisoria e dopo 4 secondi di relax ecco che si parte a lavorare. Riempire di legna le stanze con le stufe perché la casa è fredda e bisogna non farla mancare mai. Finito di fare questi piccoli servizi arriva ora di cena e bisogna preparare qualcosa (lasciamo perdere i casini per girare i tavoloni _), io ed Enrico ci offriamo volontari per apparecchiare, intanto si continua a conoscere un po’ di persone facendo 4 chiacchiere mano mano che arrivano. Praticamente la sera di giovedì siamo tutti meno 2. Si mangia, ci si conosce, io faccio la ripetizione dei nomi delle persone che ci sono perché come al solito sono una schiappa e poi via di corsa a nanna!
Venerdì 13/09 – (cazzo ho scritto già un casino e il raduno non è iniziato neanche, ahhaha) e così finalmente arriva il venerdì, ore 8:30 colazione, ore 10:30 si inzia tutto. Io praticamente le panico più totale. Uffffffff
E vabbè ci sono passati tutti, anche io come nuova recluta ci devo passare! E così ci si ritrova con le altre 6 reclute davanti agli ufficiali in linea (e che linea, hahaha) e così dopo i primi “gentili” saluti e “convenevoli” ci si ritrova già con la prima punizione… ahi, 28 flessioni, e viiiiiaaaa, e qui le prime lacrime di puro divertimento, un “saluto” fatto nel modo migliore da una recluta spettacolare (vero MAX???). Ore 12 colloquio con il maggiore, e vai finalmente si fanno 2 chiacchiere con il maggiore, finalmente posso conoscerlo bene e salutarlo di persona. Abbigliamento militare (non voglio dire tutto perché altrimenti levo il divertimento e le sorprese alle possibili nuove reclute) e via si è reclutati. Pranzo e dopo il pranzo si parte con le attività. Vengo inserito in una squadra, la BLU, (ma guarda caso il mio colore preferito) e via con le prime attività. Intanto il sole cala ed il freddo comincia a farsi sentire. Ore 19:30 ispezione, e che, vi credevate che non ci fossero? Beh, lucidiamo la stanza, mettiamo in ordine gli armadietti, ci trasformiamo praticamente da soldatini in “desperate housewife” (ghghgh) e via nuovamente cuore a mille!!! Per fortuna tutto bene, torce ok (vero FRA????) armadietto ok e anche il simpatico commento del maggiore sulla mia borraccia (grrrrrrrrrrrrr). Finalmente finisce l’ispezione e ci si rilassa. Cena, chiacchiere, e poi a nanna. Primo giorno niente turni di guarda. Buona notte (_)
Sabato 14/09 – Si comincia presto, riscaldamento iniziale qualche corsetta, flessioni addominali stretching, e poi via con l’adunanza per esporre il piano della giornata, colazione e poi viaaaaaaaaaaaaaaaaaa scampagnata sopra i monti che bello ragazzi una emozione incredibile, cascate, alberi, profumi di natura e poi arrivati al nuovo campo, corse ad ostacoli percorsi particolari (nuovamente resto sul vago per giusto dare una idea di quello che abbiamo fatto, ve lo dico bisogna venire per provare tutto e vedere quanto davvero vale fare un raduno di A28). Si ritorna giù e si pappa (evvai io ed Enrico nuovamente in cucina _) pranzo un po’ di relax e poi si riprendono le attività in un pomeriggio che si fa sempre più freddo visto che il sole era ben nascosto da nuvoloni minacciosi (e li a pregare no pioggia no pioggia = no neve no neve), il pomeriggio vola tra le varie attività, divertimento, spirito di gruppo e… (stendo un velo pietoso). Nuovamente una ispezione, beh questa volta davvero ci si poteva mangiare nella nostra stanzetta tanto era linda e pinta (ed il capitano che provava a trovare qualcosa di sporco sotto il letto… non c’era niente capitano… niente! “Tutto maledettamente pulito ed in ordine” (citazione)). Via per la cena, la cena conclusiva, la cena dei brindisi. E si parte, primo brindisi fatto dal maggiore, secondo brindisi dall’AUC, terzo brindisi dal soldato più anziano, e arriva il quarto brindisi, quello della recluta più giovane, ed indovinate chi è??? IO naturalmente, mi tremavano le mani e la voce non era delle migliori, le gambe giacomo giacomo, voi dite… ma per un brindisi??? E si. Per un brindisi in quelle circostanze in quell’ambiente è tutto completamente diverso nuovo ed emozionante. ”Articolo 28 At-tenti” e tutti sugli attenti (ed io super mega emozionato). Finito il brindisi si riprende a parlare, a chiacchierare, poi faccio con i ragazzi abbastanza in silenzio senza farci sentire dagli ufficiali “che ne dite se facciamo un brindisi al nostro grandissimo cuoco, il tenente Giorgio?” tutti d’accordo si alza il caposquadra della mia squadra (grande CRI) e dice Achille vorrebbe fare il brindisi al nostro cuoco, ed il nuovamente in panico! Mi alzo in piedi e dico che il brindisi è per il nostro grandissimo tenente Giorgio che ci ha dato la possibilità di mangiare benissimo delle ottime leccornie (come mi è uscito questo leccornie non lo so comunque), un’altra grandissima emozione per questa giovane recluta. Finisce tutto, si va a letto io mezzo brillo, con il turno di guardia dalle 4:30 alle 7 (miiii)
Domenica 15/03 – sveglia alle 4:20 per il turno di guardia, mi vesto esco fuori per andare in bagno il gelooooooo, mi sciacquo un po’ il viso mi sveglio e vado in cucina dove trovo Alberto sveglio ahhha (parolone) pronto a pulire gli anfibi con me! Puliamo per benino quelli che ci toccano poi andiamo un po’ a riposarci (20 minuti praticamente) perché poi ci tocca pulire la cucina e preparare il tutto per la colazione! Fatte le nostre brave cose da massaia, ci prepariamo per il risveglio muscolare, esercizi vari (vedi sabato mattina) e poi via, colazione ed ultima adunanza, e li è stato un momento stupendissimo davvero ero emozionato come il primo giorno e molto commosso per le parole di tutti gli ufficiali. Finisce il raduno si mette tutto in ordine e si parte.
Momento dei ringraziamenti.
Allora naturalmente come non ringraziare tutti i partecipanti al raduno, siete stati mitici, simpatici e di uno spettacolo divertentissimo, grandioso ed eccezionale, ma naturalmente uno in 2 gg lega solo con un gruppo minimo di persone e non con tutti allo stesso modo!
Per prima cosa saluto tutti quelli della squadra blu dal grande caposquadra Cristiano che ci ha aiutato tantissimo a darci suggerimenti aiuti e notizie sul come fare e come comportarci in tante situazioni, il grande Neo Caporale Ivan, (salutami la Ming), e le altre 2 reclute Alex e Francesco (birecluta).
Non può mancare un saluto particolare anche ad Enrico che anche dalla squadra Rossa mi è stato vicino e poi con il quale ho condiviso il divertimento di servire in cucina e di fare le vecchie commari a parlare di tutto e di più. Sei un Mito Enry
Gli Ufficiali,
AUC Berry, il suo italiano è uno spettacolo un mix di inglese francese e un po’ di italiano, simpatico, e sempre disponibile a dare consigli, peccato aver legato poco.
Tenente Claudio, purtroppo non abbiamo avuto modo di parlare se non 4 chiacchiere sabato sera durante la premiazione della squadra vincitrice, ma credo che riusciremo a conoscerci meglio al prossimo raduno, e comunque ringrazio tanto per la disponibilità e la grande quantità di cose fatte dietro il raduno, il famoso lavoro sporco, che serve tanto all’ottima riuscita del raduno.
Il capitano Carlo, beh che dire dell’affascinante e sempre sorridente capitano Carlo, una persona stupenda con la quale ho passato tanto tempo a parlare di tutto e di più, anche di fisica :D. Spiritoso quando c’era il bisogno, serio e giusto nei momenti importanti, una persona con tanta esperienza, una persona dalla quale imparare sicuramente tanto.
Tenente Giorgio, beh che dire del mitico, supersonico e spettacolare tenente Giorgio, una persona simpaticissima, un cuoco abile e grandioso, uno degli ufficiali con il quale ho parlato e legato di più visto anche il fatto che ero praticamente sempre in cucina ahhahaha _.
Generale Davide, un uomo affascinantissimo di una dolcezza e gentilezza unica, come dire di no ad una persona così?? Soprattutto quando ci fa fare 28 flessioni di punizione, no? Poi piccolissssssima vendettina quando domenica mattina, vero generale??? Ghghghgh.
Maggiore Roberto, the last but not the least, beh che dire, finalmente ho visto dal vivo il caro, bello e super maggiore Roberto dopo un anno di chiacchiere. E’ davvero una persona stupenda un grande capo ma anche una persona con la battuta simpatica, pronta a provocare il nostro riso che non deve naturalmente esserci. È stato davvero un grande piacere finalmente conosceLa Maggiore, 😀 😀 e conoscere il Roberto che c’è dentro il maggiore (o è il maggiore che è dentro Roberto, aiuto mi sto perdendo). Sei davvero anche tu una persona speciale!!!
Ora che vi ho ammorbato abbastanza vi saluto.
Al prox Raduno
recluta Achille
8 agosto 2008 – GBI Sommersturm 2008, Colonia, Germania
Mattino
Con un po’ di disagio entro in aeroporto. Il mio unico bagaglio è lo zaino militare. Speriamo di non aver dimenticato nulla d’importante… Sono un po’ teso. Sto per partire per la Germania, con uno zaino zeppo di materiale militare… Ma ormai devo partire. I Green Berets mi aspettano.
Primo pomeriggio
Colonia. Atterriamo. Recupero lo zaino e poi via, ausgang! Ecco il Capitano Franeck e il Sergente Derb. Sono lì ad aspettarmi. Sono contento di rivederli. Un abbraccio massiccio e via. La missione ha inizio.
ore 16:00
Piove. Il Capitano Franeck, il Sergente Derb ed il sottoscritto saliamo sulle nostre due jeep, carichi del nostro equipaggiamento e ci avviamo verso il luogo dove si terrà il Sommersturm 2008, una mezz’ora dalla periferia di Colonia.
Ore 17:00
Ci siamo. Per quest’occasione, la base del campo è un fattoria. Veniamo accolti con calore dal proprietario, un arzillo settantacinquenne, dalla moglie e dai due nipoti. I Green Berets vengono qua da dieci anni ormai. Sanno tutto e non ci sono problemi. Siamo i primi ad arrivare, così ho tutto il tempo di prendere possesso dei miei due metri quadri di fienile dove mettere le mie cose e poter così preparare lo zaino per le successive 24 ore. Saremo fuori e potrò far conto solo di quello che potrò portare con me, senza peraltro esagerare. Si dovrà marciare, a lungo.
Un colpo di clacson. Delle voci. Stanno arrivando gli altri. Saluti, baci, abbracci, pacche sulle spalle. Uno alla volta faccio la conoscenza di tutti. Sanno della mia presenza, sono incuriositi. Davvero organizzate raduni in Italia? Quanti siete? Cosa fate? Cosa pensate di noi?
Pure loro si sistemano nel fienile. Gli ufficiali si sono riservati un’area riparata con delle balle di fieno. Noi tutto il resto. Mi fa un certo effetto vedere tutti questi uomini, in mimetica, anfibi e zaini in questo contesto così grezzo e rude. Non siamo in molti, saremo in dodici, di cui quattro si occupano dell’organizzazione. Due partecipanti provengono da Kommando Ost, un altro gruppo tedesco. Due pattuglie composte da quattro soldati. Opposte tra loro, per 24 ore all’aperto, senza interruzione. Un caffè prima di iniziare e la distribuzione della razione di cibo ed acqua che dovremo farci bastare durante l’uscita.
Ore 18:00
Ha smesso di piovere, finalmente. Sbrighiamo le ultime formalità burocratiche, lo scarico delle responsabilità, le autorizzazioni per le foto. Il momento si avvicina. Ci siamo.
Ore 18:30
Adunata. Il Capitano Franeck forma le due squadre, nella mia Ossi, Ingo ed un berlinese, tutti parlano inglese. Ci viene spiegato il programma di questo raduno, un poco diverso dai raduni abituali dei GBI, sarà più duro, si dice. Come, lo vedremo presto. Avremo delle missioni da compiere, a parole è molto semplice, verremo lasciati da qualche parte, ci verrà data una mappa, incompleta, e ci dovremo far trovare al punto di incontro ad un determinato orario e lì svolgere un determinato task.
Terminata l’adunata veniamo caricati, io e gli altri compagni, su una jeep e veniamo trasportati al nostro punto di partenza. Per 24 ore saremo solo noi quattro. Noi, lo zaino e gli scarponi.
Ore 19:00
Eccoci al punto di partenza. Ecco la mappa, cazzo, il 90% è cancellato, si legge solo qualcosa attorno al punto di partenza e al punto di arrivo. Sono quattro chilometri, seguendo la mappa, nel caso l’avessimo…. dovremo girare a vuoto. Dobbiamo farci trovare alle 21:30 alla miniera. Task all’arrivo, allestire il campo per la notte e fabbricare cucchiai di legno. La jeep se ne va. Siamo soli. Via si parte. Ossi, il finlandese, prende decisamente il comando, anche col brandello di mappa che ci ritroviamo un’idea se l’è fatta. Bene. Via, in marcia. Nella foresta. Lungo e fuori dai sentieri. E’ tutto molto piacevole, siamo freschi, eccitati per l’avventura che stiamo per affrontare. Poi si parla, ci si conosce. I ragazzi parlano tutti inglese e tutti estremamente disponibili. Parlano in inglese addirittura tra loro anche quando non ce ne sarebbe motivo. Molto bene, il raduno parte sotto i migliori auspici. Tranne quelli meteo.
Ore 20:00
Cazzo piove. Fuori i poncho, oltre a noi, dobbiamo proteggere il contenuto dei nostri zaini, abiti, cibo ed attrezzatura. Per fortuna dura solo una mezz’ora, sufficiente comunque per bagnarci. Si prosegue la marcia, non possiamo tergiversare, l’obiettivo è lontano, la sera scende, in anticipo, a causa del cattivo tempo.
Ore 21:00
Cominciamo a preoccuparci. Comincia a diventare buio, non abbiamo ancora trovato la miniera, figuriamoci l’accampamento ed i cucchiai di legno…
Ore 21:20
L’abbiamo trovata, la maledetta miniera. Rapidamente sta scendendo il buio. Facciamo appena a tempo ad identificare l’area adatta, a posare gli zaini e di nuovo la pioggia, questa volta forte, molto forte. Tempo due minuti e i nostri sacchi a pelo sono a terra, ci si spoglia così, sotto la pioggia, ci si infila dentro, con un telo sopra a proteggerci, in teoria. Nei sacchi a pelo, sotto la pioggia, mangiamo qualcosa, cioccolata, barrette di cereali. Poi proviamo a dormire. Ma come fai a dormire quando la pioggia picchia sulla cerata che ti protegge? Mai sentito un rumore del genere. Poi la posizione non è certo delle migliori, anche per la povera schiena. Rimpiangiamo subito il nostro letto di casa. Dura quasi due ore. Ma non è finita. Rumori nella notte. Persone? Animali? Considerata la zona e il meteo propendiamo per la seconda. Si parla di lupi. Stiamo immobili ed in silenzio. Per almeno un’ora. Poi scende il silenzio sulla foresta. Proviamo a riposare.
[settembre 2008] RECLUTA CRISTIANO: il primo raduno
Un ingrediente fondamentale della mia esistenza è la curiosità verso esperienze, culture e persone. Purtroppo spesso l’ambiente gay tende a riproporsi con lo stesso cliché di locali, feste e luoghi di incontro, cambiando soltanto i personaggi. Un po’ come la regola matematica che recita: mutuando l’ordine dei fattori il risultato non cambia.
Con questa filosofia mi sono avvicinato ad Articolo28 e proprio come stai facendo ora tu, ho letto alcuni report dei passati raduni. Sarà che per me i due verbi “decidere” e “fare” hanno un significato simile e uno spazio temporale pressoché immediato, sta di fatto che in 3 giorni grazie alla disponibilità del Tenente Klaus, ho preparato il necessario per il raduno: beh non proprio tutto, tanto da meritarmi alcune punizioni per l’assenza di qualche dettaglio. Se stai pensando “oddio cosa saranno le punizioni?” oppure “come si svolge un raduno… e cosa succede durante le ispezioni” proprio comefacevo io, cancella tutte queste e altre domande e pensa solo che per due giorni puoi essere te stesso in tutto e per tutto, sei in mezzo a ragazzi che nostante siano di diverse estrazioni sociali, età o ideologia politica, tutti sono li per divertirsi, per scherzare, per condividere i compiti come in una caserma e anche per conoscersi. È proprio questa l’aria che si respira in un raduno Articolo28 e lo posso confermare ora a piena voce: lo spirito di giocare (rivoglio fare la partita sotto la pioggia a Badmilton con Mister Vogue mentre gli altri sorseggiano the con biscotti in pieno stile vittoriano!!), di apprezzare la natura (ho ancora negli occhi le decine di fulmini caduti sul mare e l’alba mozzafiato passata a lucidare 22 paia di scarpe) o semplicemente la complicità per vincere sulla squadra avversaria, ti fanno capire che non esiste nessuna regola, nessuna imposizione, ma semplicemente la goliardia di un gruppo di ragazzi. E che dire della rivolta finale a suon di gavettoni!… una sola parola “liberatoria”. Infine un grazie a chi mi ha fatto scoprire Articolo 28, il neo Sergente Vito che è un ottimo cuoco e riesce a mandare in tilt i miei circuiti solo guardandomi, un grazie al Maggiore che ha conosciuto e apprezzato il risultato sui suoi anfibi di un panno lana-cotone e a te che so che stai leggendo e ti starai domandando ma questi sono pazzi, ti dico è vero siamo pazzi, perché crediamo che il mondo gay sia fatto di persone e non di luoghi o di firme.
recluta Cristiano
[settembre 2008] Sette. Sette su ventidue. Sette raduni. Basta, è finita. Non ne voglio più sapere. Basta con le riunioni per organizzare le attività. Basta con il reclutamento che brucia il poco tempo libero rimasto. Basta con i dubbi, le tensioni pre-raduno che consumano ed inquinano l’umore. Basta con le centinaia di chilometri fatti per raggiungere i luoghi sperduti dei raduni. Basta rivedere i “vecchi”, amici che spesso vedi solo durante i raduni a causa delle distanze ed emozionarsi al loro arrivo e soffrire poi al momento dell’arrivederci “alla prossima”. Basta incontrare le nuove reclute, volti reali dopo essere state spesso solo “voci”. Basta condividere spazi e tempo in camerate e docce. Basta maschi in mimetica ed anfibi. Basta uscire dalla quotidianità, liberarsi dal ruolo che ci siamo imposti o che gli eventi della vita ci ha riservato. Farsi trascinare dalla corrente o nuotare contro.
Basta Tenente Klaus. Basta con queste cazzate Lo sai bene che non puoi fare a meno di Articolo 28. Ormai ti è entrato sotto la pelle, dentro la testa, nel sangue. Come una droga. La odi. La ami. Non puoi farne a meno. Ti vedi quattro anni fa, impacciato, timido, fuori posto. Ma cosa ti era venuto in mente di fare? Ti vedi invece ora, un po’ meno impacciato ma con un percorso ancora lungo da affrontare. Una possibilità che ti devi. Una possibilità che Articolo 28 ti ha offerto e che non puoi e non devi lasciar cadere. Tenente Klaus, lascia stare, non sei bravo con le parole, non riesci ad esprimere il sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno fatto si che questo ed i precedenti raduni fossero momenti di intense emozioni, parentesi nella vita quotidiana. Una parentesi oggi appena chiusa, ma assolutamente da riaprire. Presto. Il più presto possibile.
Agli amici del consiglio direttivo tutto e ai partecipanti, vecchi e nuovi, va un sincero grazie. Nuovi che il Tenente aspetta al prossimo raduno. Un raduno non basta, serve almeno il secondo per capire il significato di tutto questo. Tenente Klaus
[settembre 2008] Sono passate quasi due settimane dalla fine del raduno estivo di Articolo28, il secondo di quest’anno. Seppure inizi ad essere un ricordo che già si allontana nel tempo, le sensazioni vissute sono ancora molto vicine. Sento le voci delle persone che giocano e urlano, e vedo ancora i loro visi che mi passano davanti. La stanchezza fisica l’ho recuperata, ma la nostalgia per qualcosa che mi ha divertito, che spero abbia divertito anche gli altri, e che mi ha fatto ridere assieme a tante persone … beh, quella nostalgia è forte! Come posso dimenticare il bellissimo match di naked rugby in cui la truppa si gettava in mischie caotiche??? Impossibile! … e ora, passata una settimana, confesso pubblicamente di aver innocentemente barato sulla durata dei tempi del match … tre minuti di gioco, nel mio orologio, diventano sei!!!! Ma come era possibile mettere fine a quel delizioso groviglio di corpi maschili??!!! E la “sorpresa” dell’arresto degli ufficiali con ammutinamento della truppa? … e poi, ripristinato l’ordine, tutti puniti!
Ogni raduno è sempre diverso dal precedente, e per clima e per tenore generale, ma tutti hanno la capacità di mettere insieme le persone più diverse in una comune condizione di privilegio. Mi spiego. Un raduno di Articolo28 genera uno spaccato molto intenso della realtà personale di ognuno, perché costringe tutti noi ad esserci per quello che siamo come individui, e non per quello che siamo nella nostra vita “ordinaria”. Lasciare i nostri panni quotidiani per indossare una mimetica, ognuno la sua, ma rigorosamente non d’ordinanza! serve a lasciarci dietro i mondi dai quali veniamo. … e tra le altre cose, i maschi in mimetica hanno sempre qualcosa di speciale! Negli ultimi anni il modo di relazionarsi della popolazione gay – e non solo, ovviamente – è cambiato parecchio. Internet è diventata uno degli spazi importanti in cui si “consumano” molte delle relazioni personali e in cui conosciamo coloro che, nella migliore delle occasioni, decidiamo di incontrare. Nelle nostre pagine web – quanti di noi non ne hanno? – diamo un ritratto ricco di descrizioni delle preferenze (meglio che non mi dilunghi sul tipo ….), con foto scattate ad arte, che ci renderanno più atletici, più alti … oppure ci faranno apparire più brutti, in modo da non alimentare le aspettative della persona con cui abbiamo ciattato mesi, e che, ora, forse, abbiamo deciso di incontrare e speriamo di sorprendere. In rete offriamo un’immagine costruita secondo un progetto più o meno chiaro (lungi da me ogni moralismo in questo senso!), ma pur sempre frutto di una speculazione su noi stessi. Ai nostri raduni quell’immagine non resiste a lungo (e le ragioni sono diverse!), oppure non esiste proprio perché buona parte dei partecipanti spesso non si conosce. Articolo28, credo, ci mette insieme in una realtà molto contingente, vera o carnevalesca? non lo so, resta da stabilire, ma sono comunque sicuro che si tratta di una realtà che costringe a mettersi in gioco senza troppe sovrastrutture. Articolo28 è uno spazio reale, non virtuale; certamente … costruito sulla base della nostra passione per il fetish military! ma è spazio di libertà in cui si può scegliere di non calzare i ruoli che abbiamo nella vita lavorativa e privata, in cui possiamo essere liberi nelle nostre debolezze e fantasie, in cui possiamo trovare quella “leggerezza dell’essere” che si fatica a trovare in altri luoghi, o che non sappiamo trovare da soli. Possiamo anche essere liberi dagli stereotipi sulla “gaiezza” che tutti noi conosciamo e di cui, spesso, siamo vittima per primi. Vivere relazioni umane reali, in un periodo in cui l’irrealtà e la virtualità dominano, credo sia un privilegio che Articolo28 regala a tutti noi.
Vorrei ringraziare coloro che hanno partecipato perché tutti hanno dato un contributo molto importante e generoso. Le reclute (mai state tanto numerose come quest’ultima volta) meritano uno speciale “encomio” per la loro disponibilità e impegno. Sono spiacente se non sono riuscito a parlare con tutti o se non sono riuscito sempre ad ascoltare, ma spesso è così! Il tempo di un raduno è poco e le persone sono tante. Ma ogni volta nascono nuove alleanze, nuove relazioni, nuove amicizie … anche molto intense! oppure, quando meno te l’aspetti, nascono nuovi amori, seppur veloci e brucianti, capaci di suonare tasti del nostro cervello che, complice la situazione speciale, magari, non suonavano da tanto! Spesso queste relazioni continuano e crescono dopo il raduno, altrettanto spesso si limitano alla durata del raduno, ma non per questo sono meno vere e intense. Cosa ci riserverà il prossimo raduno? … vedremo! siamo già all’opera per la programmazione del 2009!!!!
Visto che il mio report giunge parecchio dopo gli altri, non posso non prendere atto di chi mi ha preceduto. Ringrazio quindi coloro che hanno speso parole generose nei confronti del Consiglio Direttivo di Articolo28 e miei.
Ringrazio i miei amici del Consiglio Direttivo per il tempo, la pazienza e la dedizione che sono necessari ogni volta per portare a compimento un nuovo raduno.
A28 Maggiore Roberto
Venezia, 25 settembre 2008
Un incontro causale sulle pagine web, un giro di telefonate per raccogliere le informazioni necessarie e la decisione, piuttosto sofferta, a dire il vero, di partecipare al campo estivo del 13 Settembre scorso: questo per me è stato Articolo 28, o meglio l’inizio dell’esperienza di Articolo 28. Eppure, appena entrato nel giro dei possibili partecipanti al Summer Boots, quest’esperienza ha cominciato immediatamente a dilatarsi ed è divenuta gravida di aspettative. Vecchi contatti online sono stati riallacciati e rivissuti in una prospettiva inaspettata, mentre molti rapporti pensati solo nella loro dimensione sessuale andavano trasformandosi, cosa incredibile nel mondo gay, in rapporti umani. Agli occhi di chi, come me, Obiettore di Coscienza convinto, ha sempre ignorato o disprezzato il mondo militare, con le sue regole assurde ed irragionevoli, si apriva all’improvviso la dimensione della commilitanza e con essa quella della condivisione. L’esperienza si presentava, lo intuivo bene, con le caratteristiche tipiche del CARNEVALE, di quel breve periodo cioè in cui si sospendono i ruoli che la vita ci impone per assumerne altri che scegliamo liberamente. I servi divengano padroni e i padroni servi. In questa dimensione liberatoria dai compiti e dagli impegni a cui ci troviamo sottoposti nella vita di ogni giorno, si riscopre la dimensione del proprio essere che nel rinunciare liberamente alla propria libertà la ritrova pienamente. Chi decide di dire Sissignore ad un Superiore, nei limiti stabiliti dal gioco, diviene pienamente libero e di questo gioisce. Nessuno è più libero di chi decide di consegnare liberamente la propria libertà. Così, in questa dimensione liberatoria, scopri la commilitanza di chi ha deciso la stessa cosa, e con la commilitanza l’amicizia, e con l’amicizia il divertimento e la risata, il gioco e il sesso. Che chiedere di più?
Recluta Raph, in Articolo 28 e nella vita
Con malinconia si apre, per me, questo 15 settembre 2008, immediatamente successivo alla chiusura del mio secondo Raduno in “Articolo 28”. Un Campo – quello trascorso a T…. dal 12 al 14 c.m. – radicalmente diverso dal precedente, non solo per la mia mutata condizione (non più di recluta, ma di effettivo soldato), ma per il complessivo clima di condivisione globale dell’intera esperienza. Ero giunto, a suo tempo, al mio primo Raduno fra mille timori, con il desiderio di saggiare una nuova atmosfera, tramutando, in soli tre giorni, le mie perplessità in fervido entusiasmo. Sono pervenuto a quest’ultimo Campo fra mille emozioni, con l’orgoglio di sentirmene parte “viva”, con la voglia di riabbracciare i superiori ed i commilitoni già conosciuti e di sorridere con le nuove reclute. Classificare le emozioni non è MAI edificante, ma sono certo che vorrete perdonarmi l’ordine progressivo di queste mie considerazioni. Non posso, infatti, che ricordare anzitutto l’abbraccio con il Maggiore Roberto, al mio arrivo al Raduno: era la “ragion prima” del mio ritorno in Articolo 28, la “certezza assoluta” della visiva ripresa di un’immediata e profonda Amicizia, genuina, “pulita”, iniziata al mio primo raduno al Monte Nerone e tanto VERA da parere fissata PER SEMPRE, fuori da ogni coordinata spazio-temporale. Un abbraccio che MI HA DATO TANTO, che MI DARA’ TANTO e che SPERO TANTO possa aver trasmesso a Lui anche solo una piccola frazione di quel che ha donato a me. Sarebbe comunque MOLTISSIMO. Un Campo, quest’ultimo, anche per approfondire legami allo scorso raduno casualmente solo abbozzati, causa diversità di squadra o differente collocazione in camerata. Per capire, con il Capitano Carlo, che anche i percorsi di vita più solidi possono essere, talvolta, (meravigliosamente) imperfetti. Un Campo anche per riincontrare il Tenente Klaus, i cui sentimenti il tempo colora e rafforza. Per scoprire un’interessante affinità con il Caporale Maurizio, come pure una divertente intesa con il Soldato Nando. Un clima di frizzante esuberanza, sin dai primi attimi di convivenza, anche grazie al prezioso contributo di numerose reclute, che hanno saputo “mettersi in gioco” con intelligente autoironia ed offrire ogni e più piena disponibilità per l’allestimento e lo svolgimento dei giochi, oltre che per la conduzione delle altre attività di gruppo. Ricordo, per tutte, l’inesauribile e potente grinta della Recluta Federico, capace di partecipare agli altri emozioni e stati d’animo, di attivarsi per l'”insieme”, di “montare” una bella e coinvolgente coreografia, di accogliere con arguzia le plurime punizioni per un estro decisamente “incontenibile” e poco incline (per fortuna) alla disciplina, nel senso più lato del termine: “Sei Tu il vero Superman”. Ricordo anche la puntuale (e tenera) dovizia della Recluta Amorino, permanentemente “in faccende affaccendato”, la freschezza dei sorrisi della capitolina Recluta Enrico, la figura statuaria e molto, molto “fashion” dell'”UOMO VOGUE” (alias, Recluta Raffaello), la fermezza di sguardo della Recluta Valerio, l’onda ipertricotica (e, per Taluno, irresistibile) della Recluta Antonio: miei Compagni, tutti, della squadra Verde, assai meritevole della sia pur, infine, denegata vittoria (:-)). Un saluto affettuoso anche a “tutti” i componenti della squadra Rossa, mossi dalle giuridiche ineccepibili e stimolanti exceptiones del Soldato Tom di Milano e dalle note di un acculturato Inno di apprezzabile matrice “reclutatizia” (ut la Recluta tuttologa Cristiano docet). Un abbraccio al mitico Caporale Sergio, di infinita tenerezza e generosità, ormai proprietario esclusivo di una straordinaria “MOKONA” Bialetti, di colore rosa confetto, ma nel rassicurante (per tutti noi) accordo di comodato gratuito, “vita natural durante”, in favore di Articolo 28: “Come avremmo potuto sopravvivere, o Caporale Sergio, senza i Tuoi caffè, senza le Tue appassionate canzoni napoletane, senza le Tue magiche “nocciole”, senza i perenni fruscii notturni (e mattutini) dovuti al meticoloso ed interminabile allestimento di un “quid” ignoto ma, per Te, sempre perfettibile?!?”. Desidero, infine, ringraziare il neopromosso Sergente Vito, per la cura dedicataci nella preparazione dei pasti, che gli ha impedito, Suo malgrado, di trascorrere più tempo con noi: “Saprò custodire quel che mi hai lasciato”. Conta sul mio Affetto, Conto sul Tuo”. Mi congratulo con il neopromosso Caporale Piero, con l’auspicio di approfondire, in futuro, la Sua conoscenza. Ringrazio anche i Superiori Generale Davide, che ho avuto modo di conoscere a questo Raduno, unitamente all’AUC Barry, complici (o vittime?!?) di un inaspettato (!) e mirabolante “arresto” del Direttivo. Saluto gli assenti rispetto al Raduno sul M… N….., e soprattutto il Tenente Giorgio (cui rivolgo un affettuoso “In bocca al lupo”), la Recluta Tom di Padova (“Il Doge”, di cosmica eppure così presente evanescenza), la Recluta Dario. Da ultimo, invito quanti di Voi, leggendo queste righe, nutrissero il desiderio (sinora incompiuto) di presentarsi al reclutamento del prossimo Raduno, di “non attendere” oltre. E se “esserci” dovesse significare “uscire dall’Autostrada” per abbracciare (o riabbracciare) un’esperienza emotivamente straordinaria, anche solo per pochi minuti, in un “Autogrill”, ne varrebbe comunque la pena. Fuor di metafora, ancora GRAZIE, ROBERTO. Di cuore. Il Soldato Luca
“ARTICOLO 28 .. UN NOME ..UNA FAMIGLIA”
Devo ammettere che l’esperienza vissuta nel campo è stata unica nel suo genere. Non mi aspettavo nulla di tutto ciò!
E’ stato bello, tutto dall’inizio fino alla fine. Articolo 28 non si può spiegare in 2 parole, ho scoperto questo gruppo di persone meravigliose, e sono entrato a far parte della loro famiglia grazie a delle persone speciali. Volevo ringraziare in primis il Maggiore Roberto e il Generale Davide, perché nonostante abbia avuto dei problemi hanno creduto in me, e non mi aspettavo tanta fiducia, anche perché per loro all’inizio ero solo uno sconosciuto. Il loro gruppo è unico nel suo genere. Ho vissuto esperienze e sensazioni uniche nel campo. Dal mangiare tutti insieme, ai turni di notte, alle attività fisiche, alle ispezioni in camerata.
Articolo 28 è una famiglia, per me ora è una mia seconda famiglia, dove ho riscoperto me stesso, il mio lato di rimettermi in gioco che avevo perso, sono cresciuto, ho ripescato in me sensazioni e situazioni che avevo dimenticato e che sono contento di aver ritrovato con loro. Essere stata la recluta più giovane per me è stato un onore, sopratutto nel brindisi che per me è stato significativo nella mia formazione. Un grazie quindi a tutta l’organizzazione e a tutti i componenti di Articolo 28. Nessuno escluso.
Un grazie a Valerio che con me ha condiviso le pulizie dei bagni. Ad Antonio per avermi accompagnato fino a Firenze e per le confidenze fatte, a Mauro e Alberto per aver condiviso il turno di guardia di notte e per le risate fatte insieme.
Un grazie particolare va al SERGENTE VITO, perché persone come lui sono uniche nel suo genere, grazie per avermi confortato, fatto ridere, difeso e sopratutto ad avermi fatto stare bene. A te va il mio grazie più grande.
Anche se al raduno di Settembre 2008 i verdi hanno perso, in onore della mia squadra scrivo:
Noi siam la squadra verde tenzone mai si perde con forea, anche se dura vinciamo l’avventura; e il nostro grande cuore è per l’ottimo maggiore certissima sconfitta ai rossi sarà inflitta…..ai rossi sarà inflitta.
Con affetto, ammirazione e amicizia Recluta Enrico
Pur avendo partecipato a sei raduni di cui quattro anche come componente del consiglio direttivo, non ho mai inviato un report. Pigrizia o desiderio di non mettersi in mostra, forse. Ora è arrivato il momento. Un momento per fermarsi, riflettere e mettere su carta pensieri ed emozioni.
Non è semplice scrivere dopo aver letto i tanti reports arrivati dopo questo ventunesimo raduno. Sorpreso e felice, non capitava da tempo una tale risposta. Ho ritrovato un po’ tutto quello che penso di questa realtà chiamata Articolo28, una realtà non astratta ma composta di uomini ed amici. Un copia ed incolla qua e là sarebbe forse una soluzione, ma sarebbe una vigliaccheria.
Perdonerete lo stile, non sono mai stato molto bravo a scrivere, i miei pensieri ed emozioni sono come delle istantanee, sono sensazioni visive sonore tattili ed olfattive. Difficili da trasferire su carta, sono tutte nella mia testa, nel mio io.
Settantadue ore. Settantadue ore per ritrovare e rivivere tutto quanto ho scoperto tre anni fa. Settantadue ore per ritrovare amici conosciuti durante i passati raduni, settantadue ore per fare la conoscenze dei nuovi. Troppo poco. Ma forse anche un buon motivo per ritornare. Settantadue ore per vivere un’esperienza collettiva, tra maschi come piacciono a me, per condividere tempo e spazi, talvolta angusti e scomodi.
Mi è quasi impossibile trasmettere le emozioni che provo, sempre, durante tutti i raduni. Impossibile raccontare l’emozione di alzarsi al mattino, la caserma ancora addormentata e sentirla lentamente risvegliarsi, sino alle urla del Capitano che ordina a tutti di scendere dalle brande. Immagini di soldati che si lavano, soldati che si vestono, soldati che riassettano le camerate. Immagini di anfibi fino a poche ore prima sporchi ed infangati, ora tirati a lucido, grazie al lavoro dei soldati del turno di guardia notturna.
Istantanee di soldati implotonati, di soldati puniti a fare flessioni. Istantanee di soldati in marcia su per il monte Nerone, nelle loro mimetiche, che parlano, ridono, scherzano, a sfiorarsi per lanciare messaggi a questo o a quello.
E poi ecco. Le tre giornate sono già terminate. Con rammarico penso a tutto ciò che avrei voluto fare, che avrei voluto dire. Ed un nodo in gola mi si forma. Sempre. Tutte le volte la stessa cosa. Settantadue ore sono bastate per stabilire un legame tra di noi. Vite che senza questo raduno mai e poi mai si sarebbero incrociate. Amicizie abbozzate che forse presto finiranno. Oppure no.
Un sincero ringraziamento a tutti i partecipanti del raduno, ai quali va ascritto il merito della sua riuscita. Un grazie ed un abbraccio a tutti gli amici del Consiglio Direttivo, presenti ed assenti.
Tenente Klaus
Ebbene eccomi anche stavolta a parlare del mio terzo campo con Aarticolo28, è proprio vero che come hanno detto alcuni ufficiali era un campo diverso per molte assenze e per lo svolgimento delle attività ma non per questo meno agli altri campi anzi c’è stata enfasi, divertimento, la gioia della vittoria sulla squadra perdente! Faccio fatica a dimenticare il tutto, le condizioni climatiche avverse (un freddo agghiacciante), le scalate sul M…. N….. che non conoscevo ma devo dire che il posto questa volta era veramente uno scenario mozzafiato e chi ha potuto condividere con me quest’avventura sarà di sicuro dello stesso parere, il ritrovo di alcuni soldati che non vedevo da tempo è stato veramente un gran bel campo, per le promozioni mai come adesso veramente azzeccate alle cene preparate con maestria, tanti cambiamenti è vero ma il lato umano che si è creato è lo stesso con cui ho iniziato, si dice sempre ogni campo ha il suo carattere ma chi fa il campo siamo tutti noi, ognuno di noi ha dato il suo contributo ed ognuno ha avuto la sua parte, forse è proprio quello che tiene vivo in me il volere continuare questa avventura ormai da solo un anno ma mi sembra un eternità credetemi perché alla fine di ogni campo ti chiedi come mai sia finito cosi in fretta e che vorresti subito farne un altro.. Questa volta ho scritto più tardi perché ho dato libero sfogo alle nuove reclute di raccontare le loro impressioni a caldo era giusto che lo facessero loro per primi visto che noi abbiamo già passato quella fase e leggendo alcuni report mi ci sono veramente ritrovato, anche io ho passato momenti veramente unici dal primo all’ultimo campo per questo ne approfitto per salutare tutto il direttivo di articolo28 anche quelli non presenti, ai soldati, ai neocaporali, al neotenente e un grosso bacio a tutte le nuove reclute che ho trovato veramente formidabili in questo campo! Spero di rivedervi molto presto tutti il soldato Nando
[aprile 2008]
Al mattino della partenza ci sono stati i saluti, alcuni calorosi altri meno, sento di aver avuto poco tempo per legare veramente con qualcuno. Ma era questo lo scopo?
Ho bisogno di carburare. Conoscere tanta gente tutta in una volta per me è difficile. Le giornate sono state organizzate in modo da lasciare poco spazio da gestire autonomamente, perché in fondo siamo in una caserma.
Proprio alla fine sono stato ripreso perché stavo seduto su delle poltrone a parlare assieme ad una recluta, facevo insomma “salotto”, questo non si addice a dei soldati “siamo in una caserma non a casa propria”
Da questo episodio ho intuito che non mi sono calato fino in fondo nella parte.
L’atmosfera è stata serena, le formalità, i Sì Signore ridotti all’osso e solo in parte rispettati ma allora perché Tom di Milano mi fa notare al mattino della partenza che sono fin troppo frenetico nel prepararmi?
Stamattina 1° maggio me ne ricordo, vado di fretta senza un motivo valido, vado in confusione per la troppa frenesia, sempre con il senso di arrivare un attimo dopo.
Però, e qui sorrido, mi sono piaciuto.
Preso dalle attività non ho pensato da subito a vedermi come stavo in mimetica (la mia prima mimetica)
Non mi guardo molto allo specchio spesso esco da casa senza fare un controllo se mi sia rimasto del dentifricio sul mento ad esempio.
Poi sì mi sono visto, mi sono visto e rivisto cercando di non farmi notare nel farlo.
Non solo piaciuto e compiaciuto di piacermi ma mi sono ritrovato erotico (non ridete troppo)
Sono stato a lungo davanti allo specchio al piano superiore e non perdevo occasione per passarci anche per un solo momento, andare a vedermi in mimetica tutta verde e in quella a chiazze (hanno un nome proprio che le contraddistingue?)
Quando mi sono reso conto che non avevo un berretto per la mimetica verde l’ho cercato agli altri e dispiaciuto non avendolo trovato.
Il fatto mi ha sorpreso, sinceramente non sono un tipo vanitoso, non presto molta attenzione all’abbigliamento e spendo pochi soldi per il vestiario, rimirarmi più del dovuto in uno specchio non è una mia peculiarità.
Pensavo che il mio lato feticista fosse meno strabordante che ho trovato anche tutti gli altri ad avere qualcosa in più in mimetica.
Non erano i singoli ad avere questo valore aggiunto ma l’insieme del campo.
L’escursione è stata uno dei momenti clou.
Quando ridiscendevamo mi sono ritrovato più avanti rispetto al gruppo e non riuscivo a non girarmi in continuazione a guardare il gruppo, questo gruppo in mimetica che in ordine sparso va per boschi in uno scenario mozzafiato.
Tutto mi eccitava.
Dal vocabolario Treccani
eccitare v. tr. [dal lat. excitare, propr. “spinger fuori”, comp. di ex- ecitare, frequentativo di ciere “far muovere, chiamare”] (io èccito, ecc.). – 1. a. Suscitare, cioè provocare o aiutare il formarsi di particolari condizioni o situazioni o sentimenti:spingere, stimolare. Risvegliare, far sorgere un sentimento (o la manifestazione di un sentimento) b. Mettere in stato di fermento, di agitazione, di esaltazione.
eccitazióne s. f.1. In elettrotecnica, invio di una corrente nell’avvolgimento di un elettromagnete, con conseguente creazione di un campo magnetico. 2. In fisica, processo per cui un atomo, una molecola, ecc., passano, per assorbimento di energia, dallo stato fondamentale, stabile, a uno stato a cui corrisponde una energia maggiore (stato eccitato)
Tenendo presente che avevo vari motivi (piedi distrutti dagli anfibi, gara persa) per non stare così bene è sorprendente.
Adesso ho usato il termine “sorprendente” prima ancora “sorpreso” ma che abbia trovato (finalmente) il paese delle meraviglie?
Concludo che altrimenti mi mandate in tutt’altro paese.
Concludo ringraziando in ordine di apparizione:
Il soldato Tom di Milano a cui mi sono aggrappato come una cozza allo scoglio, come una piattola al pube
Il maggiore Roberto per le sue arguzie, acutezze, amabilità, sagacità, etc
La recluta Luca e spero futuro soldato permettendomi/ci così di ammirarlo e rimirarlo ancora
Il capitano Carlo per la sua faccia da schiaffi (libera interpretazione della frase)
La recluta Tom di Padova per il suo apparire ogni volta come un dono pieno di promesse e sorprese
Il caporale Vito (te lo aspettavi Vito?) burbero buono che mi ha rifocillato e divertito con le sue irritazioni
Gli altri non se ne abbiano a male che il tempo è stato tiranno.
Recluta Salvo
P.S. Quando si apriranno le iscrizioni per il campo estivo?
[aprile 2008]
Eccomi ritornato alla cruda realtà… dopo un viaggio di ritorno che non poteva essere più piacevole, dal paesaggio lunare del M… a Padova a tirare le conclusioni di un fantastico weekend con dei compagni fantastici… Era l’ora di pranzo quando da Modena ospitato da Nando la notte prima e in viaggio nella supercar di Maurizio siamo arrivati alla base del Campo di Articolo28 a 1400 mt circa il giorno 25 Maggio, lungo il tragitto mi sono chiesto più di una volta che cosa ci faccio dove sto andando e chi incontrerò, e tutto quello che ho incontrato e la confidenza che ho raggiunto con quegli estranei è stata una cosa bellissima… e chissà se ripetibile… o ogni campo ha il suo sapore? Non posso che confermare che sono stato bene tanto bene… e non ho altre parole….. sono stato a mio agio e me stesso anche un po troppo e non avevo nessun timore di nessun tipo di giudizio dei compagni… mi avete fatto stare solamente e veramente me stesso… Ringrazio Articolo28. per avermi fatto vivere questa esperienza, ringrazio Roberto per aver avuto sempre un tono rassicurante, ringrazio Carlo che mi faceva ridere e provava a farci fare esercizi, ringrazio Klaus e il suo show che ci ha fatto divertire, ringrazio Giorgio il botanico, alla ricerca delle piante nel bosco e ai buoni pasti, ringrazio Vito per essere stato paziente con me nei momenti che dovevo tacere, ringrazio Giovanni per darmi delle lezioni di siciliano, ringrazio Dario per farmi capire che anche i direttori sono persone, ringrazio Nando per aver tentato di farmi imparare a memoria i motti della squadra rossa, ringrazio Luca per essere stato l’ultimo saluto prima di addormentarmi nel sacco a pelo e il primo al mattino, ringrazio la squadra rossa, ringrazio la squadra verde. Ringrazio Maurizio per avermi trovato gli anfibi, ringrazio Salvo per aver giocato assieme con le bombe in gomma nere, ringrazio Ivan per avermi fatto conoscere un attore, ringrazio Tom per avermi fatto capire che anche anche gli avocati hanno un’anima… anche Luca me lo ha fatto capire. Ringrazio Marco per avermi fatto capire che a volte si cambia idea e poi la si può ricambiare di nuovo… ringrazio Gaetano per aver saputo farmi divertire davanti anche ad una fila di anfibi da lucidare… Ringrazio le 2 notti di guardie, ringrazio chi ha fatto si che succedesse anche una seconda volta, ringrazio il caminetto, ringrazio chi ha fottuto la stufetta nella playroom ma c’era il caminetto che era più romantico…… Ringrazio LUCA…..
Sono stato bene, Vi penso spesso e sono felice…
Soldato Tom Doge Pd
[aprile 2008]
Sono felice di avere partecipato al campo di A28 a M…. N…….. Una prima esperienza, che mi auguro non sia l’ultima, che ha ripagato di tantissimo qualche piccolo sacrificio che ho dovuto fare per esserci.
Il campo è stato un “gioco”, ma come ogni gioco per “funzionare” devi entrarci dentro lasciando da parte tutte quelle “identità aggiunte” e superficiali che il lavoro e l’abitudine ci attaccano addosso. Stare in “uniforme” significa mettersi alla pari con gli altri: che esperienza liberatoria! Questa è stata la grande bella sorpresa per me: essere semplicemente me stesso, reinventare senza nessun pregiudizio con semplicità e alla pari i miei rapporti con tutti, più giovani o quasi coetanei (e sì ero il “vecchietto” del gruppo!).
E ho riscoperto di potere essere con sincerità e semplicità compatto e solidale con altri ragazzi che come me si stanno misurando con piccole ansie e difficoltà. Bello è stato potere incoraggiare qualcuno più giovane che vedevo a tratti un po’ intimorito, bello è stato ricevere da tanti incoraggiamento e senso di sicurezza nei momenti in cui io mi sono sentito un po’ smarrito. Queste sono cose profonde, molto più profonde del sesso da sauna o da serata fetish militare o leather nei vari ritrovi. Non mi è capitato di far sesso e debbo dire che non me ne frega nulla nonostante che abbondassero maschi di prima scelta! Ho condiviso con gli altri molto di più di un orgasmo: rispetto, condivisione, scommettersi assieme, risate e allegria.
Temevo un po’ il rapporto con l'”autorità” (una cosa che mai tollero bene). Un “encomio” allora agli ufficiali tutti che hanno saputo gestire con autorevolezza il gruppo: polso, ironia, attenzione ai limiti e bisogni di tutti senza che spesso venissero neanche espressi mi hanno confortato e fatto stare comunque bene. Bravi i nostri ufficiali!
Temevo di essere messo davanti a test fisici che superavano le mie forze. Con soddisfazione posso dire che se pur non sia stata una passeggiata ho vinto la scommessa con me stesso e contro qualche malizioso che prima di partire mi diceva che ad A28 sarei stato buono solo per pelare patate. Ma anche in questo caso: quanto aiuto ho ricevuto senza neanche chiedere! Grazie a chi sa di avermi aiutato tanto.
E infine una piccola antologia di cose belle. Chiedo scusa se dimentico molti, ma la farei troppo lunga:
“Soldato, deve per forza farmi vento con le sue ciglia?”, Maggiore Rob. questa battuta è da storia del cinema! ed è stata solo una delle sue! E come non ridere?
Possente Vito: sei un uomo eccezionale! Un punto di riferimento essenziale la cui sola presenza mi ha tenuto sereno e fermo anche in momenti di ansia o di piccolo sconforto.
Quelli che ho chiamato “i tre giovani”: Tom “doge”: la tua freschezza mi ha messo buon umore ogni volta che ti ho visto in giro. Luca: sei un dritto, bravissimo! Gaetano: sei una persona bellissima, fuori e dentro!
Ragazzi: che lusso dormicchiare davanti al camino mentre chiacchieravate di tutto e di più, senza sentirmi costretto a dire la mia. Esserci ed essere con voi era già tutto…
E a tutti tutti: grazie!
[aprile 2008]
Il giorno 24 aprile finalmente è arrivato !
Presto presto all’alba parto da molto lontano per raggiungere la destinazione designata per il mio primo raduno di articolo 28
Non sarò in questa sede a fare concorrenza a Dante Alighieri e quindi sarò volutamente laconico nel mettere nero su bianco, nel tentativo di esternare alcune mie sensazioni provate in questa bellissima esperienza.
Mi asterrò altresì di circostanziare fatti, eventi, luoghi e via discorrendo.
Un aspetto da subito mi ha ammaliato, un’atmosfera quasi fraterna. Non ero l’unico, infatti, la recluta Luca, un commilitone arrivato al campo poche ore dopo di me, mi sussurrò: Voi vi conoscete già tutti ? ricordo in maniera inequivocabilmente chiara di avergli risposto: Assolutamente no ! , (io personalmente non conoscevo nessuno)o meglio, niente di più di Te, rivolgendomi sempre allo stesso Luca, risultato poi anche compagno di squadra, unitamente a Tom, Vito, Nando e Gianni.
Sicuramente ringrazio tutti di tutto e di tanto, ma nessuno in particolare qui pubblicamente, non voletemene per questo ! preferisco farlo personalmente guardandoVi negli occhi. Forse non sono stato simpatico a tutti, ci mancherebbe ! Neanche Gesù lo era.
Per concludere, non mi aspettavo nulla di speciale da questo spazio di vita “denudato” del nostro quotidiano, come sempre mi sbagliavo!!! E’ stato veramente magico fare le Vostre conoscenze cari Amici, una cosa veramente speciale ! ! non credete ? ?
Un forte, fortissimo abbraccio.
soldato Dario
[aprile 2008]
Quasi a caldo condivido con il mio “esercito”, ha detto qualcuno, i miei stati d’animo.
Il 21° raduno di Articolo28 si è chiuso da una manciata di ore.
Era il mio undicesimo raduno, nonché il sesto al quale ho dato un contributo organizzativo.
E come sempre, prima dell’inizio, ho pensato che probabilmente sarebbe stato l’ultimo, ma anche questa volta, già durante il viaggio di ritorno a casa, dimenticate le fatiche e lo stress organizzativi, mi sono ritrovato a pensare al prossimo raduno, a quale potrebbe essere la stagione più adatta, al luogo da cercare… a cosa inventare per renderlo il più intrigante possibile.
A distanza di anni ancora mi domando quale sia la molla che mi fa impiegare parecchio del mio tempo libero nell’organizzare, con i miei amici del direttivo, i raduni di Articolo28.
Non riesco mai a trovare una risposta chiara ed univoca.
La passione per i maschi in divisa mimetica, oppure l’interesse verso talune situazioni di erotismo che si percepiscono ai raduni, sono certamente ragioni che mi animano.
L’immagine di uomini che mangiano, dormono, sudano, giocano, lottano, fanno la doccia, si radono al mattino, alle volte litigano, sempre, e comunque, assieme, mi eccita, mi produce una tensione che penso di poter condividere con molti di noi.
Tuttavia ancora non basta.
Ma quando leggo i reports che arrivano dalle reclute e dai soldati che vengono a “giocare” con noi … beh! allora capisco perché lo faccio e non serve che mi dilunghi oltre.
Dimenticavo! Meglio fare un piccolo inciso per le “malelingue” che leggono: nemmeno i commenti favorevoli rivolti a noi del Consiglio Direttivo (CD), contenuti in alcuni reports, sarebbero sufficienti a farci frequentare i raduni di Articolo 28.
Quello appena concluso è stato un raduno molto diverso dagli altri, l’ho detto sul Monte Nerone, e lo ripeto per chi non c’era e legge queste righe, perché diversi dei “vecchi” soldati non hanno potuto essere presenti e anche perché un membro del direttivo, di cui abbiamo sentito la mancanza, ha dato le dimissioni.
E’ stato un raduno dominato da un clima di cameratismo e affiatamento tra noi del CD, ma anche da parte partecipanti. L’umore collettivo è stato messo a dura da prova da vari imprevisti, ma si percepiva comunque una grande tensione emotiva che ha unito la truppa, pur suddivisa in due squadre antagoniste per ragioni di “strategia”, in un unico gruppo che ha “giocato” per il divertimento di farlo.
Il freddo del Quartier Generale era da galera, le docce calde non funzionavano decentemente, le camerate erano ancora impregnate dell’umidità lasciata dalla neve che, solo fino a venti giorni fa, copriva le cime del Monte Nerone, e odoravano tutte del fumo di legna che disperdeva l’unico inefficace camino della nostra “caserma”, la legna del bosco era inutilizzabile perché ancora fradicia dall’inverno, ma, nonostante tutto, non ci siamo persi d’animo! E se anche la temperatura dell’aria non era molto calda si percepivano, invece, un calore umano e una complicità davvero unici nella storia dei miei undici raduni.
Mettere insieme quasi venti persone, tutte molto diverse, che per oltre un terzo, non si erano mai viste prima del raduno, è sempre un’impresa.
Forse stavolta è riuscita meglio del solito! E alcuni dei reportsarrivati mi fanno pensare di poter condividere questa convinzione con Voi.
I raduni di Articolo28 sono uno spaccato ad alta concentrazione di vita “militare” (parola da leggere con un massiccia dose di auto ironia!) che ci costringe ad un vita di coazione pur non conoscendoci.
Certo, detto in questo modo, chi non sa cosa succede ai raduni immagina situazioni improbabili, ma credo che l’intensità derivata da questa condizione di coatta esistenza ci consenta di conoscere meglio di 10, 100 o 1000 uscite al bar, a cena, in discoteca, neiclubs che tutti conosciamo, colui che abbiamo di fronte e, magari, dorme nella branda a fianco a noi. Rischiamo infatti di scoprirci nei nostri lati migliori, ma anche in quelli peggiori.
In questo mio ultimo raduno ho fatto in modo particolare una cosa che avevo fatto di meno in quelli passati: ho ascoltato e, spero, in taluni casi, di aver colto sfumature, e di aver letto tra le righe delle parole dette, anche quelle ilari o scontrose, aspetti che ancora mi sfuggivano delle possibilità che Articolo28 offre in alternativa ai circuiti gay comuni.
Alla truppa, che già conoscevo, esprimo il mio ringraziamento per avere contribuito in modo tanto importante alla riuscita di questo raduno.
Alle reclute devo esprimere un mio particolare ENCOMIO!
Anzi, vorrei dire che la disponibilità con la quale si sono messe in gioco, pur non sapendo bene che cosa li aspettasse, è stata davvero E N C O M I A B I L E (questo lo dico per coloro che mi hanno bonariamente preso in giro per l’uso spropositato che ho fatto durante il raduno di quest’aggettivo …).
L’ultima sera del raduno, chiacchierando tra noi, davanti al camino, ho affermato che parecchie delle mie amicizie più importanti degli ultimi anni si sono realizzate tra i membri di Articolo28, e credo, che anche quest’ultima occasione mi abbia regalato nuovi amici.
A28 MAGGIORE Roberto
[aprile 2008]
Eccomi qua! finalmente ho trovato del tempo per poter scrivere la mia prima esperienza vissuta al mio primo campo di Articolo 28. Direi che all’inizio ero molto titubante nell’affrontare questa mia nuova esperienza ma la cosa mi entusiasmava molto e così ho deciso di partecipare, anche perché mi piaceva l’idea di fare nuove conoscenze e di potermi confrontare con persone a me estranee. Ma poi man mano che iniziavo a conoscere gli altri ragazzi e iniziavo ad ambientarmi tutto mi è piaciuto molto e mi sono divertito tantissimo… sono stati giorni intensi ed ho passato dei momenti così belli che non dimenticherò mai, tipo l’escursione nel bosco dove ho visto paesaggi bellissimi dove ne sono rimasto affascinato, e il divertimento nel svolgere le attività, ( ricordo ancora le risate )… oppure il momento quando c’è stata l’ispezione nella mia camerata… mamma che vergogna ho provato in che modo ci siamo fatti trovare. Potrei stare a scrivere molte altre cose trascorse in quei giorni ma non vorrei togliervi l’entusiasmo che si prova vivendole di persona, io non vedo l’ora di poter partecipare ad un nuovo campo. Vorrei concludere salutando in special modo il Maggiore Roberto per la sua grandissima simpatia ma anche perché è una persona stupenda, il Capitano Carlo con l’aria un po’ da duro ma in fondo in fondo un cuore grande grande, il Tenente Claudio per il suo carattere dolcissimo ed il Tenente Giorgio che ci ha stupiti per le prelibatezze che ci ha preparato… un vero cuoco. Ed in fine tutti gli altri che hanno partecipato con me senza fare nomi così non escludo nessuno. Un abbraccio forte pieno di stima e congratulazioni a voi che siete riusciti a creare questa situazione fuori dai soliti giri e luoghi di ritrovo gay. A presto la recluta GAETANO.
Ciao a tutti, mi ritrovo a scrivere le mie impressioni, le mie emozioni vissute durante l’ultimo campo primaverile 2008, la cosa buffa è che ho tante cose da dire ma così poco spazio per poterlo fare per cui cercherò di non dilungarmi troppo. Prima di continuare volevo aprire una parentesi su una persona, a cui voglio un bene grande, della quale durante il campo ho sentito moltissimo la mancanza, questa persona è il Tenente Franco. La sua assenza era palpabile tanto che, non me ne vogliano gli altri, non sembrava un campo di Articolo 28 perché mancava quella parte forte con cui ho iniziato il mio personalissimo percorso in questa grande famiglia di Articolo28, ho avuto il piacere di conoscerlo nell’agosto 2005 durante il mio 1° campo e da allora la mia stima e affetto nei suoi confronti è cresciuta campo dopo campo e devo ammettere che mi ha fatto male sapere che non ci sarebbe stato, è stato come perdere uno di famiglia, fa tanto male!! Ma rispetto la sua scelta qualunque siano state le sue motivazioni.. Grazie Franco per tutto quello che hai fatto per me e per tutto ciò che mi hai insegnato. Ti voglio bene..
Tornando a questo campo devo dire che questa volta ho vissuto una esperienza molto diversa dalle altre, si respirava aria di cambiamento, di novità che non hanno deluso le mie aspettative e così è stato a partire dalla mia nomina a caposquadra dei sempre mitici Rossi, squadra con la quale ho iniziato la mia avventura in Articolo. La cosa che mi ha colpito di più è stato il grande cameratismo delle due squadre, la grande sensazione che tutti eravamo parte di una grande famiglia.. Ho avvertito un calore degno di rispetto mai provato prima negli altri campi, ognuno aveva un compito e lo rispettava senza obiezioni, questa volta ci si confrontava nei giochi, nelle prove con puro spirito di divertimento, senza quella frenesia di dover vincere a tutti i costi con relativo nervosismo che non sempre porta a qualcosa di buono.. Articolo non è chi vince o chi perde, Articolo per me è il piacere di stare insieme, mi sono divertito moltissimo, indipendentemente da chi vincesse, mi sono sentito vivo.. So che le mie parole possono suonare strane ma vi garantisco che è quello che ho avvertito, e chi ha vissuto altri campi penso abbia notato la differenza, differenza ancor più evidente se si pensa al fatto che la sera eravamo tutti riuniti intorno al fuoco di un camino che ha fatto da richiamo all’unione e alla condivisione di momenti unici che non si presenteranno più, ho visto e vissuto finalmente il piacere di stare insieme solo per il gusto di farlo senza scopi reconditi legati al sesso.. Io sono grato ad Articolo 28 perché ogni volta ad ogni campo mi da la possibilità di conoscere gente nuova con le quali confrontarmi cosi da crescere un po’ di più come uomo, come persona, migliorandomi e facendo tesoro delle esperienze che vivo.. Questa volta oltre al Maggiore Roberto, Capitano Carlo, i Tenenti Giorgio e Klaus che hanno organizzato con duri sacrifici questo campo, voglio ringraziare il Caporale Maurizio, il Soldato Nando, il Soldato Ivan, il Soldato Tom, le Reclute Gaetano Tom (Doge) Giovanni Dario Luca Marco Salvatore perché grazie a voi ho potuto vivere questa esperienza che mi porterò nel cuore, perché nel bene e nel male abbiamo fatto parte e facciamo parte di una famiglia e come in tutte le famiglie anche se ci sono stati screzi ci si vuole sempre bene.
Con immensa gratitudine, Caporale Vito.
Lunedì, 28 aprile 2008, h. 9.00.
Il Campo primaverile 2008 di “Articolo 28” si è concluso solo ieri e forte è, in me, il desiderio di affidare, a poche ma sentitissime righe, il compito impegnativo di tradurre, in cifre d’inchiostro, per fissare quel che la progressione esistenziale di ciascuno di noi tenderebbe – ma invano – a rendere labile ed evanescente, l’intensità delle emozioni vissute.
Da “recluta”, beninteso.
Con tutti i timori e le perplessità che unicamente chi ha avuto modo di condividere quest’esperienza può comprendere e che chiunque voglia accostarsi ad essa, in parte, immaginare.
Tre soli giorni. Per osservare, meditare, pervenire a conclusioni.
Tre soli giorni. Per giocare, ridere e condividere.
Tre soli giorni. “Anche” per amare.
Con la serenità nel cuore, che ti permette di dedicarti ad un nuovo Amico ascoltandone, con attenzione, le modulazioni della voce e di associarvi, così, le vibrazioni del Suo percorso di vita. Lontano, diverso e, talvolta, molto distante dal tuo ma, sempre e comunque, “Unico”.
Se dovessi riassumere, in estrema sintesi, l’insegnamento di questo Campo, potrei dire di averne appreso la “gioia della compartecipazione” di me stesso con gli altri componenti del Gruppo, che hanno saputo offrirmi, in ogni momento e spesso inaspettatamente, la linfa per sostenermi e fortificarmi, rispetto a quel che sono stato, rispetto a quel che vorrò e saprò essere.
Il mio “Grazie” va, pertanto, a tutti i Compagni del viaggio appena conclusosi.
Al Maggiore Roberto, “encomiabile” Maestro nel tradurre un comando in un sorriso, una debolezza in un punto di forza, un’infinita ricchezza di sentimenti in una sincera e manifesta commozione nel salutare il “Suo” Esercito.
Al Capitano Carlo, dalla cui risoluta determinazione, associata alla scultorea figura, ho tratto un’acuta poliedricità d’animo, e al quale rinnovo il desiderio e la disponibilità ad approfondire, quanto prima, la delicata conversazione improvvisamente ed involontariamente interrotta (…).
Al Tenente Giorgio, che, con diafana presenza, ci ha coccolato tutti prodigandosi al meglio nella gestione dei pasti.
Al nuovo Tenente Claudio, capace di abbracciarti con il verde intenso del suo sguardo, a trasmetterti, con il silenzio, ben più che con qualsiasi articolato discorso.
Al mio Caposquadra, ormai Caporale Vito, il primo ad accogliermi al mio arrivo: di incontenibile esuberanza, di sempre perfettibile essenza (anche di fronte ad un arrosto “incolpevolmente” bruciato), di gagliarda, genuina e mediterranea fattura.
Ai miei Compagni della squadra Rossa (il soldato Nando e le reclute Dario, Gianni e Tommy), determinati sino alla conseguita vittoria e, comunque, sempre onestamente coesi.
Al Caposquadra dei Verdi, il Caporale Maurizio, impeccabile nel ruolo di stratega, essenziale nei modi, ma sempre cortese ed ironico.
Ai Compagni della squadra avversaria (i soldati Tom ed Ivan e le reclute Gaetano, Salvatore e Marco), inossidabili sino all’ultima tenzone.
A Colui che mi ha donato, più di tutti, la freschezza dei Suoi sorrisi e il calore dei Suoi occhi e del Suo saluto commosso e che saprà riconoscersi in queste parole.
Ad “ARTICOLO 28”. Nel mio cuore. “Tutti”.
La recluta Luca.
Ho appena letto l’ultimo report inviato a Articolo28 in merito al campo estivo 07.
Non mi vergogno a dire che leggendo ciò che scrivete mi sento abbondantemente ripagato dall’impegno che,con gli altri amici del Direttivo mettiamo nell’organizzare i Campi e nel gestire tutto quanto e’ Articolo28.
Articolo28 ha l’enorme merito di riunire uomini veri,interessati certamente a tutto quanto ci riporta alla vita militare,al gioco di ruolo,anche…..ma soprattutto ha la forza di riunire uomini che hanno gli stessi obbiettivi in merito all’onesta’,al rispetto,all’amicizia.
A distanza di anni trovo ancora incredibile quanto sia forte l’empatia che può formarsi con alcune persone…alcuni dei miei migliori amici li ho conosciuti proprio durante i nostri Campi.
Mi rendo anche conto che per una recluta il primo impatto al Campo può essere destabilizzante e proprio per questo non mi stancherò mai di ripetere che Articolo28 e’ un gioco e come tale va vissuto. E’ un gioco che ha delle regole che valgono per tutti, un gioco dove la cosa importante non e’ vincere o meno,la cosa davvero importante e’ partecipare e mettersi in gioco in prima persona. Per molti che entrano, moltissimi restano bocciati ancora prima della visita medica solo perché dalla chiacchierata per telefono, dimostrano più propensione a togliere gli slip altrui che a fare parte di un gruppo military con le sue regole e i suoi raduni. Chi fa parte di Articolo 28 sa che questa é la cosa meno importante,il sesso esiste certo….ma non e’ la finalità ultima dei nostri incontri,
a chi e’ interessato solo a quello consiglio altri modi per raggiungere l’obbiettivo.
Un’altra cosa che non mi stancherò mai di ripetere e’ che Articolo28 non sono io,non e’ il Direttivo in carica e non e’ nemmeno il grado più alto degli Ufficiali: Articolo28 siete voi,voi che venite ai Campi,voi che vi impegnate a tirare fuori il meglio,voi che tutto sommato impegnate parte del vostro tempo libero pur di mettervi in gioco con il vostro prossimo. Questa, per me, e’ la forza di Articolo28 e questa e’ la ragione che da quasi cinque anni mi vede presente nel nostro gruppo.
Spero di rivedervi tutti al prossimo Campo, perché già tutti, o quasi….mi mancate.
Un Abbraccio massiccio
Ten. Franco
Con gran fatica rieccomi a scrivere le mie impressioni sul campo estivo che si è tenuto in luglio nel bellissimo scenario della regione Marche! Questa volta vi scrivo da soldato e non più da recluta perché come avevo già scritto avrei voluto continuare la mia avventura con articolo28 e così è stato, x me questo campo ha avuto un impatto molto forte, il rivedere tutte le persone conosciute allo scorso campo e averne conosciuto delle nuove mi ha fatto veramente capire che a volte indipendentemente da quello che può sembrare x ognuno di noi chiamatelo gioco di ruolo, oppure una specie di realtà virtuale quello che veramente emerge è il rapporto umano che si instaura con tutti i componenti del campo, in questo campo ho sentito molto di più l’affetto di molte persone a me molto care x non dimenticare nessuno non faccio nomi quindi parlo x tutto il direttivo di articolo 28 compreso soldati e reclute! Faccio i miei complimenti x le nuove discipline applicate al nuovo campo, all’aver dormito in tenda nel bosco, con tutti i pro e i contro delle avversità tra cui il caldo allucinante! ma vi assicuro molto emozionante, dai preparativi al viaggio lunghissimo fatto in 5 fino al ritorno è questo che rende speciale articolo28 e il vedere che non sono il solo ma che prende tutti noi alla stessa maniera! Posso dire che questo campo è stato veramente un grande evento e spero che arrivi molto presto il campo invernale x esserci e poter stare di nuovo con tutti voi! il soldato Nando grazie a tutti voi di articolo28
[luglio 2007]
…ed eccomi qui a parlare del mio primo campo… TR_3 Estate 2007 – Posso solo dire a voi che state leggendo se mai foste interessati a partecipare ad un campo, che ho provato sulla mia pelle quanto sia forte l’impatto con Articolo 28. Ci si ritrova ‘catapultati’ in una specie di ‘realtà virtuale’; è come essere entrati in possesso di una password per accedere ad un mondo che si sognava da tempo e noi stessi diventiamo l’avatar che abbiamo sempre sognato.
Non aspettatevi nulla di quello che vi raccontano. Ognuno di noi vive questi momenti in modo differente l’uno dall’altro anche perché ogni campo è differente e differenti sono le persone che vi partecipano.
Personalmente posso dire di aver ‘legato’ con tutti (o quasi) anche perché è la situazione che ti porta a farlo. Non si sta con le mani in mano, c’è sempre qualcosa da fare e deve essere fatto al meglio a partire dal campo fino alle pulizie della camerata per l’ispezione ed ognuno deve dare il proprio contributo (grande o piccolo che sia) per il raggiungimento di un obiettivo. Ci sono degli incidenti di percorso (a me sono capitati), ma fa parte del gioco e credetemi è un gran bel gioco! Non mi dilungo per non annoiare e anche per non togliere la sorpresa ‘diversa’ che ogni campo può offrire!
Per chi come me non ha mai provato la vita militare è stata un’esperienza umana sotto ogni punto di vista; un ‘vortice’ di emozioni che ha avuto il sopravvento e credetemi nonostante tutto non vedo l’ora di partecipare ad un altro campo.
Un ringraziamento particolare al Generale Davide e a tutti quelli che mi hanno dato la possibilità di partecipare a questo mio primo campo.
Recluta Enrico
Ho scritto queste righe dopo un paio di giorni dalla fine del campo, ho provato a raccogliere i pensieri e le emozioni di due giorni veramente intensi.
Non avendo mai avuto nessuna predisposizione per il genere militare e non avendo mai sentito parlare prima di A28 ,sono arrivato a questo campo praticamente per caso, forse anche un po’ impreparato e sicuramente favorito dalla vicinanza . Mi sono lasciato convincere dal Gen. Davide che mi ha contattato on-line a fare questa esperienza, così ho cominciato a racimolare un po’ di attrezzatura in giro o in prestito da amici e sono partito,(forse partito è una parola grossa visti i 10 km di distanza).
Il primo impatto è stato veramente destabilizzante, l’arruolamento, la visita, l’addestramento, le regole,gradi e divise, per una persona estremamente fredda e razionale come me il fatto di perdere contatto con la realtà è un qualcosa di poco accettabile. Non riuscire a capire le intenzioni delle persone e il pensiero di due giorni da incubo mi hanno fatto cominciare a traballare, l’idea di essere a dieci minuti da casa cominciava a diventare insistente nella mia testa ed ho chiesto al Generale di riavere la mia roba perché io me ne volevo andare via. Fortunatamente il Gen. non aveva tempo per me in quel momento e mi ha chiesto di aspettare, in quei minuti ho cominciato a guardarmi intorno e quegli strani marziani verdi hanno cominciato a diventare un po’ più umani, molti ragazzi sono venuti da me a darmi sostegno, pacche sulle spalle, in quel momento molto apprezzate, insomma cominciavo a sentire quel cameratismo di cui avevo sentito parlare. Poi sono entrato nel vivo, l’assegnamento alla (vincente) squadra rossa, la mia branda, il mio armadietto, ho cominciato a parlare con i miei compagni di squadra e con qualche ufficiale e ho sentito un allentamento della pressione che mi ha tranquillizzato. Potevo andare via in qualsiasi momento ma sentivo di cominciare a far parte di un qualcosa che ancora non avevo ben focalizzato ma che mi stava incuriosendo. La costruzione del campo base e le gare del giorno dopo hanno acceso in me un forte senso della competizione che non sentivo più da parecchi anni, insomma stranamente mi stavo veramente divertendo. Ci sono stati momenti faticosi e duri, anche per il caldo soffocante, ma anche situazioni estremamente piacevoli e rilassanti come la notte di venerdì quando abbiamo dormito nel campo base sotto le stelle, quella è stata una nottata magica, (chi vuol capire capisca).
Cosa posso aggiungere? Ho conosciuto persone splendide che spero di rivedere presto, con qualcuno non sono riuscito a legare e questo mi dispiace un po’ ma credo sia normale, ho fatto un esperienza molto positiva che spero di ripetere presto, che si può volere di più?
Voglio ringraziare tutto il direttivo per aver dato vita a tutto questo, tutti gli ufficiali per la grande umanità e comprensione,soprattutto il Generale Davide,ringrazio la favolosa squadra rossa per l’aiuto e l’affetto, ringrazio tutta la squadra verde per la simpatia ed i favolosi massaggi, un abbraccio a tutte le reclute che hanno fatto questa esperienza con me, grazie Mon Capitain per la bella chiacchierata, grazie Piero per tutto. Un saluto a tutti.
Recluta Sauro
Buongiorno ARTICOLO 28. Scrivo queste poche righe… per esternare il mio sincero ringraziamento per aver potuto partecipare al Campo Primaverile di A28 tra le colline di (…….). Ringrazio il Comitato Direttivo per aver organizzato l’evento… e tutti i Partecipanti….. ai quali porgo un vivissimo saluto e mi piace ricordare di aver fatto conoscenza… con belle Persone. Erano diversi anni… credo dal 2001 che A28 mi incuriosiva… ma per vari motivi, non avevo mai approfondito la cosa, che invece si è concretizzata dopo aver casualmente conosciuto il Magg. Roberto, che mi ha spiegato il live motive di A28. Ho partecipato alla vita del Campo con impegno, cercando di dare tutto me stesso, nelle varie discipline svolte, molte volte con scarso risultato, e di questo la Squadra Rossa voglia accettare le mie scuse. La mia impressione è quindi sicuramente positiva e per quanto mi riguarda, se il Comitato Direttivo di A28 lo vorrà , parteciperò volentieri al prossimo Campo. Belle Persone veramente!!!Con i migliori saluti a tutti!!!
Rec. Piero
Inizio queste mie impressioni sul raduno primaverile di articolo28 con un doveroso saluto nonché un ringraziamento a tutto il direttivo di Articolo28. Devo dire il vero che per me far parte del raduno è stato un po’ difficile visto che uscivo da un periodo un po’ duro ma grazie ad una persona molto speciale che mi ha dato il numero dell’auc Franco e mi ha detto “chiamalo e facci due chiacchiere” è stato così che mi sono lasciato andare e ho confermato la mia presenza al campo. Sapevo che per una recluta non sarebbe stata cosa semplice farsi notare ma non era nemmeno nelle mie intenzioni, quindi appena arrivato al campo ho iniziato a scambiare le prime parole con gli altri soldati del gruppo e cercare di fare un po’ di conoscenza iniziale ed ho trovato che in loro c’era un grande spirito di gruppo e tanta voglia di divertirsi in quel momento ho capito che dovevo solo essere me stesso e così ho fatto! Dall’arruolamento al momento del verdetto della squadra vincente (cioè la verde nonché la mia) mi sono trovato in un crescere di emozioni, situazioni nelle quali ti confronti con delle persone che non conosci, scopri dei lati sia positivi che negativi che non si vivono tutti i giorni ma tutto questo con grande armonia, eravamo diventati una grande famiglia e x due giorni mi sono veramente divertito a dare il mio contributo al gruppo, oggi posso dire con molta sicurezza di voler ripetere questa esperienza il prima possibile e di ritrovare amici nuovi e vecchi del campo al momento posso solo consigliare a chi volesse provare questa esperienza di non esitare a farlo anche perché è una cosa che insegna a crescere ed a conoscere meglio se stessi. Ringrazio vivamente tutte le persone che hanno partecipato al campo dal generale Davide alla persona dal grado più basso non elenco i nomi di tutti sarebbe troppo poco lo spazio ma un ringraziamento speciale va a 2 persone al neo tenente Franco a mio parere una persona straordinaria con il quale sono entrato subito in sintonia e mi ha fatto sentire uno del gruppo sin dall’inizio mentre l’altra persona è il soldato Maurizio che ha permesso tutto ciò facendomi conoscere voi tutti mille grazie…
la recluta Nando
“Ed eccomi qua , recluta Antonio ! Ritornato alla quotidianità sono riuscito finalmente a trovare un attimo per lasciare 2 righe sulle impressioni di un avventura che non vedo l’ora di ripetere. E bene si!Il raduno al quale ho partecipato è stato una delle scelte migliori che avessi potuto mai fare. Quasi 3 giorni intensi, pieni di momenti divertenti e allo stesso tempo seri e duri come una vera caserma militare. Non ho avuto modo di conoscere bene tutti i partecipanti ma alla fine il tempo era poco. Cosa ho trovato?Persone stupende , dai superiori alle reclute ognuno con la sua particolarità che hanno reso il campo ancora più interessante. Inutile dilungarsi troppo e aggiungere particolari che devono essere vissuti sul posto perché se anche tu che stai leggendo questo mio report ti sei incuriosito… allora hai solo un modo per scoprire il resto: reclutarti per il prossimo raduno. Doverosi saluti al generale Davide, tutti i componenti del direttivo, tutti i partecipanti e in particolar modo al tenente Franco che mi ha contattato tempo addietro per il reclutamento.”
Recluta Antonio
Un saluto a tutto il direttivo di Articolo28 e ovviamente a tutti i partecipanti dell’ultimo raduno del quale mi onoro di averne fatto parte. Questa esperienza mi è stata molto utile perché mi ha fatto apprezzare cose in cui non credevo più o che avevo dimenticato, ho trovato un gruppo di persone veramente in gamba che mi hanno accolto come uno che conoscevano da tempo, togliendomi subito dall’imbarazzo che si prova quando ci si trova in situazioni del genere. Ripenso adesso a quando sono stato contattato ed ho dato la mia adesione a partecipare e a quando subito dopo sono stato assalito dal pensiero se stavo facendo la cosa giusta, ovvero trovarmi in mezzo a persone che non conoscevo e che potevano essere degli esaltati in abiti militari, invece quando il raduno è terminato la prima cosa che ho pensato è stata: Mi faranno partecipare al prossimo? Spero che continuerete ad organizzarli, mi piacerebbe ripetere questa fantastica esperienza. Anche con le altre reclute mi sono trovato bene e come succede nella naia ti affezioni a qualcuno rispetto ad altri. Stando più a contatto con i componenti della Squadra Verde ho socializzato meglio con loro, ho avuto comunque il modo di apprezzare che anche gli “avversari” della Squadra Rossa sono delle persone in gamba e spero di poterli conoscere meglio in futuro se ci sarà l’occasione. Complimenti a loro per la vittoria, lo dico a denti stretti perche a me non piace perdere! Complimenti anche agli ideatori delle gare, mi sono divertito parecchio. Adesso vorrei complimentarmi con ognuno dei componenti del direttivo che hanno permesso che tutto ciò si realizzasse. Ten. Carlo, una persona eccezionale, pieno di mistero (e se posso permettermi, anche di fascino). Severo quando era necessario ma sempre pronto a farti un sorriso e darti un aiuto quando avevi bisogno. Ten. Giorgio, forse un pò schivo e taciturno ma generoso e altruista come pochi e sopratutto un ottimo cuoco! Auc. Roberto, un Ufficiale dal cuore d’oro, instancabile, un vulcano di simpatia, una persona che vorresti avere sempre accanto. Auc. Franco, dietro quella scorza da duro da caporale di ferro che durante l’addestramento ci ha messo ansia e paura, c’era un amico. Ser. Klaus, su di lui i complimenti non sono mai troppi, è una di quelle persone che se non ci fossero bisognerebbe inventarle, ha aiutato tutti ad ambientarsi e a dare una mano e un consiglio giusto quando serviva. Non voglio dimenticare di salutare il Capitano Mauro un vero Gentleman e l’Auc. Barry non da meno. E per concludere un saluto al Generale Davide. Ringrazio tutti di questa bella esperienza e sperando di sentirvi presto Vi saluto sull’attenti. Rec. Gianni
Questo campo di Articolo28 e’ stato senza ombra di dubbio un successo benché i due invitati senza invito ( il freddo intenso e gli infortuni) abbiano fatto di tutto per rovinarci la festa.
Dopo due giorni di camini e stufe accesi “non stop”, si riuscì ad ottenere meno freddo di quanto ne facesse fuori, ma certamente non tepore…..a quello ci pensavano i prodi di Articolo28 che hanno svolto il programma con serietà, superato gli ostacoli con spirito di gruppo e, in sostanza, mantenuto vivo l’entusiasmo in modo stupefacente. Qualcheduno, addirittura, preso da slancio emotivo, ha anche avuto la forza di considerare la struttura nella quale si e’ svolto il raduno – in realtà una costruzione che gli spartani avrebbero lasciato per i prigionieri più ribelli e condannati a morte qualcheduno, dicevo, ha definito la struttura “bella e coinvolgente”.
Eppure, nonostante le docce non funzionassero a causa del ghiaccio nelle condutture, benché le latrine fossero tali, benché non vi fosse luce nelle camerate e a parte qualche altra cosa che non ricordo o che sicuramente ho rimosso, ci siamo divertiti e, senza dubbio, tornati tra le rassicuranti comodità domestiche avvolti dal vapore della doccia di casa un pensiero nostalgico si e’ fatto strada…. come non ripensare a quei momenti di virile mascolinità assiepati attorno alla stufa quando “quelli lì” erano così rattrappiti dal freddo da fare fatica a trovarli al momento buono, o al russare di alcuni che, ai meno avvezzi, faceva pensare che una bestia immonda (se non proprio la Bestia) fosse venuta a sgrufolare nelle nostre camerate. e che dire dei bei ragazzi (beh si devo dire che ci sono davvero dei bei tipi in Articolo28) che gironzolavano semi nudi durante l’arruolamento…? Quando scegliemmo quella casa sperduta e di pietra facemmo una scommessa e, devo dire, l’abbiamo vinta perché siamo riusciti a fare gruppo. Lo abbiamo visto quando l’infortunato più grave, al ritorno dall’ospedale, rientrato a Spianessa apparve sull’uscio: si ritrovò circondato da decine e decine di ragazzi che fino a quel momento soffrivano – in silenzio – per lui. Il sospiro di sollievo era palpabile.
Articolo28 sta crescendo e sta crescendo bene. Dobbiamo tutti sforzarci perché si continui su questa strada, perché le esercitazioni siano sempre più coinvolgenti e studiate per il gruppo, perché tutti si torni a casa arricchiti in qualche modo. Non bisogna pensare di smuovere montagne, basta solo partecipare …..
Articolo28 non vuole scimmiottare il mondo militare “vero”, ma vuole mutuare da esso alcuni principi (il rispetto reciproco, la disciplina) e alcuni valori (amicizia, cameratismo) . Non vogliamo essere nulla di più di quanto siamo: un gruppo di ragazzi-uomini che si diverte passando un week end sicuramente diverso dagli altri . A chi ci dice che siamo “troppo” o “troppo poco”, rispondo che noi siamo ciò che gli associati (tutti) hanno deciso che Articolo28 fosse con il loro comportamento, i loro consigli, i loro problemi…..
Articolo28 non e’ posto per chi pensa al “troppo” o al “troppo poco”. E’ posto per chi crede che essere gay non sia solo sauna-disco-bar e che fetish military non sia solo indossare una uniforme o un paio di pantaloni mimetici o, peggio, una maglia grigio-verde firmatissima per quattro ore di dark room.
Sono venuto a conoscenza del gruppo Articolo28 leggendo un articolo pubblicato in un mensile gay l’anno scorso. L’articolo ha ovviamente stuzzicato la mia curiosità, perché in esso si metteva in luce l’esigenza di un modello diverso di socialità omosessuale, diverso da quello dei circuiti commerciali, basato dunque su un amicizia costruita “in campo”, sul cameratismo, sul piacere dello sport e della competizione e su un comune interesse fetish per le divise e la gerarchia militare. Nella mia adolescenza ho sempre ricercato il piacere della comunione maschile, sia frequentando associazioni sportive (nuoto, volley), sia facendo parte di gruppi scout nel piccolo paese dove sono nato e cresciuto. Ho dunque da sempre sentito l’esigenza e il piacere del cameratismo e della goliardia maschile, amandone la competitività ma anche il profondo rispetto, la coesione e lo spirito di corpo. Il problema era però che queste associazioni erano comunque estremamente omofobiche, poco aperte a un confronto disinibito o spregiudicato sulla sessualità e sull’affettività’ tra uomini, e dunque fare parte di esse significava per me reprimere o censurare una parte importante della mia personalità. La scoperta dei locali gay, d’altro canto, mi ha sicuramente permesso di avere una maggior consapevolezza di me, dei miei gusti e della mia sessualità, ma mi ha privato della vera comunione al maschile, del gusto della competizione, della naturalezza delle situazioni, degli ambienti, dei comportamenti. E’ evidente che un gruppo come Articolo 28 non poteva non interessarmi, almeno nelle sue intenzioni. L’idea di ritrovarmi periodicamente con uomini interessati allo sport e al divertimento senza censure omofobiche e di poter cementare con loro i valori dell’amicizia disinteressata, dell’esercizio fisico e (perché no?) anche del sesso, ha sempre stuzzicato le mie fantasie. Ma dalla fantasia alla realtà il passo mi sembrava comunque lungo: sarei stato all’altezza dei loro requisiti? E poi mi sarei trovato di fronte a persone tutto sommato semplici come me, o invece davanti a delle parodie di Rambo, a dei pazzi esaltati dalla disciplina e da un superomismo che non mi riconosco? Ci ho messo tanti anni per accettarmi cosě come sono, maschio e omosessuale, che la prospettiva di dover nuovamente fingere di essere chi non sono (cioè un soldato ipervirilizzato, solo muscoli e azioni supereroiche) era sufficiente a smorzare i miei entusiasmi. Il mio timore era insomma quello di diventare una parodia gay di un soldato di “Full Metal Jacket” e dover impormi prestazioni al di sopra dei miei livelli non fa sicuramente (più) per me. Dopo qualche mese di riflessione, ho deciso comunque di mettermi in gioco e ho spedito una email con mia foto e recapito telefonico al responsabile di Articolo 28. Sono stato tempestivamente contattato dal Col Davide, e la sua voce decisa ma cordiale mi ha dato le prime informazioni e direttive sulla struttura e le finalità del gruppo, invitandomi, se lo desideravo, a un colloquio a quattr’occhi per ulteriori delucidazioni. Sono stato comunque subito rassicurato circa i miei timori: Articolo 28 non é sicuramente un’associazione di boy-scout, ma neppure un covo di militaristi esaltati alle prese con un modello disumano di virilità. Lo scopo degli incontri, mi ha spiegato il Col Davide, é semplicemente quello della condivisione del piacere dell’uniforme militare, dello sport, della disciplina e dell’amicizia all’aria aperta. Certamente il sesso può accadere (accade), ma non é assolutamente il motivo e il movente fondamentale del gruppo. Convinto dagli argomenti del colonnello, e ancor più dal suo tono chiaro, senza fronzoli e cerimoniosità, mi sono deciso a fissare un colloquio con lui a Milano. L’incontro con il coordinatore di Articolo 28 é stato, se possibile, ancora più convincente del colloquio telefonico. Sarà per via della soggezione che incutevano gli occhi del Col Davide, sarà per il suo tono franco, autorevole ma rilassato, sarà per la chiarezza e per la tranquillità delle sue spiegazioni, ma mi sono convinto di voler provare un’esperienza del genere. Parteciperò quindi al prossimo incontro di Articolo 28 a fine aprile, e non vedo l’ora di potermi unire agli altri ragazzi, di sbrigare la pratica dell’arruolamento (che si preannuncia molto intrigante) e vivere così la prima esperienza military della mia vita.
Arrivo alle 14.30 e subito riuniti in un gelido stanzone a compilare moduli su moduli. Poi, rigorosamente nudi, con anfibi, schierati per l’addestramento formale agli ordini del famigerato caporale istruttore. Che emozione! …e che freddo…. Ma il freddo tempera il corpo, vero Col Davide? Ed ecco gli esercizi ginnici di flessioni su gambe e braccia al comando del biondo soldato, lui vestito, noi con le palle al vento. Su, giù 1, 2…1,2…1,2 Poi arriva la visita, ispezione corporale, pressione e quant’altro previsto dalle normative. Ancora addestramento: At-tenti, ri-poso, comandi, si-signore! Il tempo vola, son quasi le 19.00. Assegnazione delle camerate, nomina dei capisquadra: quante me ne hai fatte passare, caro Chris… Profumo di caserma, uniformi, mimetiche, anfibi cinturone, mi sento di nuovo burba con vent’anni in meno sulla gobba. Finalmente adunata, agli ordini del Comandante sguardo di ghiaccio. E poi la cena, formalità finalmente sospesa. A sera inoltrata suggestiva la marcia nella boscaglia e intrigante la lotta, al chiaro di luna e delle torce, dei nostri eroi che per incrementare il punteggio si sono affrontati nudi sfidando il freddo e l’umidità’, da veri duri, maschi al 100/100 o giù di lì. La giornata termina con una ispezione alle camerate a sorpresa, quasi nel cuore della notte. Una buona dormita ci voleva, tranne che per le guardie che vegliano sul nostro sonno e sulle auto parcheggiate al di fuori della caserma. E durante il turno si provvede alla pulizia degli anfibi, cameroni cucina e altre amenità.. a volte anche piacevoli, per conoscerci meglio ovviamente.
Secondo giorno: Percorso ginnico, che la mia squadra ha ovviamente perso, divertente e originale: erano anni che non mi attaccavo ad una fune per passare da un albero all’altro. E dopo , la marcia, per un sentierino paludoso e impervio: mi sono rimaste impresse le immagini di questa escursione in mimetica, zaino in spalle, tutti in fila: evocazioni di ricordi di altre situazioni analoghe piu’ tragiche che ho sentito raccontare dai vecchi del mio paese… Finalmente si arriva al pianoro, dopo un’ora di cammino, dove si mangia il rancio: poi la siesta, favoriti da un sole splendido: ambientazione di soldati stravaccati sull’erba a far la pennichella! Mi e’ venuto in mente il senso dell’attesa da deserto dei tartari, aspettando un nemico che non arrivava mai (per fortuna, anche perché eravamo armati solo dei nostri … membri) e della voglia di divertirsi. Poi le gare: tiro alla fune, corsa nei sacchi (molto military…) e di nuovo abbiamo perso, ma non importa: Chris sempre più incazzato…vincevamo solo nelle ispezioni alle camerate e personali sight sight. Belli gli incontri di aggregazione sportiva: rugby in un campo che sembrava una piscina, questo gioco molto maschio davvero, a cui naturalmente non ho partecipato. Invece mi sono dilettato con la più elegante pallavolo, in cui ho perso ancora ma dopo una dura lotta e una pallonata al Colonnello con cui mi sono in parte vendicato del freddo che mi ha fatto patire, alla mia età…. Ancora un’impressione sulla suggestiva cerimonia di nomina del Soldato Carlo al grado di Tenente, in una atmosfera veramente sm, lumi di candela, musiche suggestive e la vittima incatenata alla famigerata croce di Sant’Andrea (mi pare si chiami così), naturalmente nudo, dove e’ stato sottoposto alle più perverse perversioni. Ancora giochi alla caccia di cockring nascosti proprio lì, ancora lotta tra corpi avvinghiati, questa volta al coperto. Mi fermo qui, non vorrei che il Comandante mi tagliasse (la lettera, e spero non i miei attributi) in un momenti di raptus, preso dalla noia. Spero di non avervi tediato con le mie elucubrazioni. Un grazie ai compagni di camerata, ma il blu prima o poi vincerà, e agli organizzatori del raduno per le emozioni che mi han fatto provare… e non e’ retorica… Un bacio dove volete, a tutti. P.S.: Dimenticavo le note alla chitarra e le voci che hanno contribuito a rendere l’ambiente ancora più simpatico e cameratesco.
Diario di una recluta
E’ un noioso giorno qualunque del febbraio 2003 e sono al lavoro. E controllo la mia casella di posta elettronica: mi è arrivato un link, da non ricordo quale homepage, di non ricordo quale sito web, che rimandava a www.articolo28.da.ru. Che roba è mi domando? Vado a vedere e scopro l’esistenza di un gruppo military fetish. Il militare? Non l’ho mai fatto io! Ho fatto il servizio civile io! … E che mi interessa di questa cosa? Ci penso su un attimo e poi capisco che invece mi interessa un gruppo del genere, mi intriga, ma ancora non capisco che perché mi eccita.
Chiamo il numero di cellulare riportato sul quel sito per i contatti e mi risponde al Generale Davide. Gli chiedo le informazioni del caso, le solite che tutti chiedono. Chessifairaduni, dovessiva, comefunzionaunraduno, chicc’èadunraduno, ch’etàhannoipartecipanti, sifasessoalraduno, ecc… tutte banalità. Passano alcune settimane e mi passa di mente quella conversazione, come pure l’interesse per Articolo28. Passano ancora altre settimane e, non so come, Articolo28 mi è tornato in mente, era nascosto da qualche parte quel pensiero! e mi attacco al telefono per chiedere a Davide se posso iscrivermi ancora nonostante i termini per farlo siano scaduti da tempo. Risposta positiva: verso la quota in un battibaleno, e posso prepararmi a partecipare a quello che sarà il primo dei miei numerosi raduni di Articolo28! E mal me ne incolse!
La macchina organizzativa del gruppo si mette in moto. Ricevo una lista da mezzo metro di roba da procurarmi. Penso, ma sono matti? Tutta ‘sta roba? Non mi perdo d’animo. Se ho deciso, si fa! non si torna indietro! Zelante, zelante, come uno scolaretto, vado in un negozio di articoli militari con la mia lista stampata dal mio lap top (non ricordo nemmeno come ho fatto a trovarlo il negozio, pure vicino a casa!…ma data la mia determinazione non mi stupisco di me stesso). Penna rossa alla mano, sotto lo sguardo incredulo della commessa, chiedevo ora questo ora quello, e, quando, provato e scelto l’indumento indicato dalla lista, che fosse la stupida, che fossero i pantaloni mimetici, con la mia penna brava rossa, lo depennavo dalla lista. La commessa era molto divertita. Ancora non sapeva che quella scena si sarebbe ripetuta! Non sapeva che mi avrebbe visto accompagnare altre reclute della mia zona a fare lo stesso shopping …quasi compulsivo! Bene, alla fine avevo tutto il necessario. Niente di tralasciato.
La macchina organizzativa prosegue il suo lavoro, e mi mette in contatto con tipo delle mie parti con cui condividerò il viaggio (ma lo conosco già! … meglio!). Il mio compagno (nella vita, quello con cui vivo da secoli!) mi porta in macchina in un autogrill lungo la tangenziale e da lì facciamo lo scambio di auto, e partiamo con il mio contatto alla volta della “caserma” scelta, nel cuore degli Appennini emiliani.
Il viaggio lo passiamo a far chiacchiere. Il tipo con cui viaggio non si fa certo pregare per parlare, e io nemmeno! Arriviamo alla “caserma”. Mi guardo attorno. L’orrore mi prende! Non posso credere ai miei occhi! Madovecazzosonfinito? Ma siamo tornati indietro di decenni? Ma siamo in una colonia di un paese socialista degli anni settanta? Io che mi sono sempre rifiutato di andare in colonia, anche da piccolo, perché mi sembrava terribile … mi ritrovo qui? E io devo stare qui per i prossimi quattro giorni? Il posto mi sembrava terribile, mal sistemato, approssimativo, mi sembrava improponibile. Un grande edificio ristrutturato, meglio dire solo riattato, con stanzoni enormi, “bagni” improbabilmente rifiniti … macchecazzodipostoera? Non capivo ancora. Solo parecchi mesi dopo avrei capito cosa mi era successo. E in cosa mi sarei intrigato.
Inizia l’addestramento delle reclute. Un tipo, non ricordo chi, urla di fare questo e quello. Eseguo. Tutti nudi, solo gli anfibi ai piedi. Avanti marsh, dietro front, fianco dest, fianco sinist! questi ordini invece li urla il Sergente Claudio, il mitico Sergente Claudio! Lui urlava istruzioni e ordini, urlava e basta. E più urlava meno capivo che succedeva. La tensione nell’aria della stanza dove ci stavano addestrando era palpabile. Le reclute sudavano, l’odore era forte ed acre! La mia mente stava subendo un progressivo, quanto inarrestabile, processo di cancellazione dei dati immagazzinati o, forse, meglio dire, delle mie sovrastrutture mentali. Sembrava che la mia memoria storica, come quella di un computer, si stesse cancellando. Avevo la sensazione che qualcuno avesse iniziato a fare un reset da cui si sarebbe ripartiti solo dopo quell’addestramento. Si va avanti. Il tempo non passava mai. Arriva il momento in cui le reclute, e io ero tale ovviamente, devono imparare a presentarsi ai superiori, quando e se interrogate. Gli altri quattro fanno la loro prova, arriva il mio turno, sono ultimo e, penso “ottimo ho tempo di imparare guardando gli altri!”. Mi si para davanti il Sergente e mi urla in faccia di presentarmi con il mio nome di battesimo, ribadisco solo con il mio nome di battesimo!!! Che naturalmente conosco da sempre! E qualche altra frasetta di poco conto. Mi sfonda quasi i timpani! La mie corde vocali sono paralizzate, il mio encefalogramma è piatto, non riesco a parlare, non ricordo nulla… vedo solo una schermata bianca davanti ai miei occhi! La mia mente è ferma. La memoria del mio hard disk è stata definitivamente cancellata, resettata. Non riuscivo a dire il mio nome! Non riuscivo a dire una banalità come il mio nome di battesimo. La situazione mi sembrava grottesca. Stava succedendo a me, proprio a me. Io che non ero abituato a ricevere ordini, io che ero abituato ad altri ruoli, io che ero abituato ad avere responsabilità, io che ero abituato a prendere un sacco di decisioni in un giorno … io che questo …io che quello … io, io … ioooo … e ancora iooooo, ma cazzo, che presuntuoso! Sapevo solo dire “io che ….” Sapevo solo fare riferimento a mondi che erano avulsi dal posto nel quale mi trovavo e ai quali mi aggrappavo per cercare di essere qualcuno o qualcosa! Era grottesco perché senza il mio mondo ero molto più nudo di come fosse il mio corpo in quel momento! Ero esattamente da solo e mi mostravo davvero NUDO! Ma libero … anche da me stesso! Libero dal mio mondo! E forse era anche la prima volta in età adulta. In quel momento non capivo bene la portata di quel che stava succedendo. Mi trovavo in una situazione lontana anni luce dalla mia vita ordinaria … e pensavo a come avevo potuto mettermi in quella condizione tanto assurda. Non sapevo come avevo fatto. Passato qualche altro minuto, il Sergente mi guarda compassionevole, e, come un gatto dalle sette vite, mi ripiglio. Dico come mi chiamo e l’addestramento prosegue. Come recluta sto migliorando. Passa altro tempo. Siamo tutti esausti, sembra che la nostra “tortura” stia per finire; si capisce dal fatto che Claudio, il Sergente, non riesce più ad urlare, è rauco (e io penso che è il minimo che si possa meritare!). Dalle finestre della stanza nella quale ci hanno reclusi, densa di aria irrespirabile, si vede un ordinato plotoncino di soldati che rientra in caserma da quella, che saprò in seguito, è la solita perlustrazione della zona. Lo scopo è individuare luoghi in cui svolgere le attività fisiche del raduno (quante volte dopo l’addestramento ho partecipato alle perlustrazioni!) La tensione è scesa, ci si riveste. Una delle reclute informa il Sergente che intende andarsene, abbandona l’impresa. Informa gli ufficiali della decisione, inforca la sua moto e se ne va verso la città da cui proviene, mi pare di ricordare fosse Milano. Nessuno obbietta. Rimaniamo in quattro.
Il programma vero e proprio del mio primo raduno comincia. E da qui … non mi sono più perso un raduno!
Una Recluta
Ciao a tutti! E’ da qualche giorno che con piacere ricevo nella mail i vostri commenti. A parte gli impegni che mi occupano qui a casa, prima di scrivere volevo riflettere un po’ su quello che avrei potuto aggiungere a quanto già detto. Il mio e’ il punto di vista di un soldato (ormai ex, visto il passaggio a ser), che ogni volta si stupisce di quello che succede. Non mi riferisco alle circostanze più “ludiche” dei raduni, ma a quelle più “sociali”. E’, per me, questo uno dei piaceri che traggo dalla mia partecipazione ai raduni. E’ interessante osservare come nascono le amicizie tra persone che fino a qualche ora prima ignoravano l’esistenza dell’altro, l’emergere delle personalità più forti e il timore di imporsi di altri, l’entusiasmo delle nuove leve per le situazioni nuove, per loro, dei raduni. E il tutto che avviene in una cornice (fuori dall’ordinario) che si crede di aver organizzato a puntino e che invece puntualmente rimette in discussione quello che si credeva perfetto. Ogni raduno, per chi e’ più coinvolto nella sua organizzazione, diventa quindi un nuovo punto di partenza per il raduno successivo, uno stimolo nuovo e diverso per progettare il seguente, una sfida per soddisfare le aspettative dei partecipanti. Con questo non voglio dire che la mia sia una partecipazione “da osservatore”, certi meccanismi hanno coinvolto, divertito e fatto stare bene anche me; ma la meraviglia di trovarsi ogni volta in una atmosfera cameratesca che si crea così velocemente mi lascia stupito. Poi, a casa, anche malinconico. E’ una parentesi nella nostra quotidianità che fortunatamente ci lascia qualcosa di più che un paio di palle vuote: quel senso di affettuoso legame che appaga molto di più di una eiaculazione. Su questo punto si basano gli obiettivi del Gruppo, ed e’ su questo punto che si basano le decisioni, i giochi e le attività di ogni raduno. Mi auguro che queste righe riescano a far venire la voglia di ritornare a chi ci e’ già stato, perché io ho già voglia di rivedervi. Tutti.
…dunque non so da che parte cominciare…ma vedo di farlo! Mesi fa navigando scopro il sito di Articolo 28 e ne sono incuriosito… scorro le varie pagine e m’intrippo sempre più anche se tutto sommato io per come sono strutturato, con il fetish e il military non ho niente a che vedere, eppure vi era come una molla interna che mi spingeva a voler sperimentare questa situazione per me nuova. Prendo contatti con i referenti (peraltro dubbioso il Col Davide nei miei confronti, circa le motivazioni) mi arriva l’ok e aspetto con calma il momento del raduno, ponendomi molti interrogativi. Del resto affrontare una situazione non conosciuta credo ponga quasi tutti in una situazione d’incertezza… per me l’ignoto rimane sempre l’ignoto finché non e’ conosciuto. Il giorno dell’arrivo al raduno…beh e’ stato (come i “pochi giorni seguenti”) un flash… mi sembrava d’essere all’interno d’un film,dove scindere realtà e finzione pur sapendo che e’ tutto un gioco, e’ stato non dico difficile ma nemmeno semplice. Ed io pur essendo “sostenuto” (a detta di qualcuno) mi ci sono trovato molto bene nonostante la fatica e l’aver vissuto cose così diverse in così poco tempo. In effetti l’aver deciso di partecipare a questa avventura non e’ stata l’idea di potermi vivere delle situazioni di sessualità spicciola. Ma piuttosto (e qui’ mi associo ad un altro partecipante) il voler e poter stare assieme in maniera sana, solidale, tra “persone” senza ricorrere ai classici “teatrini” sempre presenti nei soliti ambienti omosessuali (ma la responsabilità è anche nostra). Grazie per avermi dato l’opportunità’ d’essere stato presente a questo raduno, un grosso saluto a tutti e mi auguro di poterci rivedere ancora.
Scrivo questi commenti a caldo. Sono tornato da meno di 24 ore e la malinconia è molto forte. Ritorno con la mente al momento in cui ho deciso di partecipare al campo e mi chiedo perche non lo abbia fatto prima. Amo il cameratismo e la competizione ma queste esperienze vissute con persone gay e oltretutto feticisti del military mi hanno dato sensazioni estremamente forti e profonde. E che dire della disciplina? Sei li con altri uomini nudi nella stessa camerata a fare addestramento formale, vorresti toccare e abbracciare il compagno di fronte a te ma sei sull’attenti. Non puoi. La pressione e’ forte; tutti la condividono e ti senti ancora di più un pezzo del gruppo. Maschio, quanto mai maschio e forte. Il sadico Tenente non aspetta altro che punirti per l’erezione che hai mentre ti lavi in doccia con un compagno. Ma ti controlli, non importa una sveltina, non vuoi rovinare il punteggio della tua squadra con una punizione del cazzo. Il sesso può attendere per ora conta concentrarsi e vincere la prossima prova. E’ sera, le formalità sono sospese ma tu sei in adunata puniti: qualche manina fatata ha piazzato un cofanetto di cipria nel tuo armadietto (pessima marca e neanche il colore adatto alla mia pelle abbronzata di marinaio). La punizione ti mette a disposizione dei compagni che fanno di te ciò che vogliono. Star li nudi ad essere legati e frustati non e’ piacevole ma stringi i denti. La squadra è con te e capisce l’importanza dell’ordine e dell’impegno. Fine delle prove, a cena, comunicazione dei risultati: siamo secondi, ad un punto dai primi. Rabbia e gioia si sommano: bastava poco per vincere la gara con i sacchi oppure il tiro alla fune… ma tutto sommato poteva andare peggio e senza contare che in fondo hai conosciuto uomini unici. E’ ora di partire, ci salutiamo, ci abbracciamo, mi prende un magone forte, non e’ maschio ma per evitare di piangere mi sono chiuso in macchina. Avrò di voi un grosso ricordo.
A presto Raffinati Bastardi !
Prima: Da quando ho scoperto il sito di Articolo28 non ho pensato ad altro. Mi faceva impazzire l’idea di vivere un’esperienza del genere: una vita militare vera, ma senza nascondere che si e’ tutti gay! Mi piaceva pensare a quegli uomini ritratti nel sito che giocano ai soldati, ma non dimenticano le proprie passioni. E se mentre si marcia si nota il culetto di quello che sta davanti, uno lo può anche dire a voce alta; perché se un culo e’ bello, in un esercito gay, lo si può dire! Uno strano contrasto, uno strano connubio, uno strano ricomporsi di mondi che sembrano così diversi. Io ho fatto il militare. Anni fa, quando si montava di guardia con il colpo in canna e avevo voglia di sparargli a tutti in caserma, tanto mi rompevano i coglioni. E adesso ero li’ a cercare una mimetica, a provare anfibi, a convincermi che non sono rimbambito. Manca poco. Mi informo, mi accerto di non finire in mezzo a paramilitari fascisteggianti o in mezzo a millantatori impreparati. Faccio fatica a convincere un mezzo moroso che ho, tranquillizzo una mia amica che invece pensa a una setta esoterica, metto tutto in una valigiona e parto. Parto con la mia macchina, che però si chiama, per l’occasione, Unita’ B, e altri due soldati. Oddio comincia. Man mano che incontro i commilitoni comincio a pensare di essere il più vecchio (dio, no! La nonna del reggimento!), poi quello con meno capelli, poi il più brutto, poi quello meno in forma, ecc. Comincia subito a crearsi una bella situazione di inconsueta complicità anche con i ragazzi che vedo per la prima volta, fuori da un casello dell’autostrada mentre aspettiamo l’ultimo soldato. Chiaro. Siamo tutti lì per quello. Molti, i nuovi, sono insicuri come te, lo vedi. Lo sai che sono lì perché attirati da una situazione di costrizione volontaria, di obbligatoria accondiscendenza, di un soffuso, dolcissimo e complice legame che non ti sai spiegare, ma che capisci benissimo. E’ la prima delle stranezze di questa situazione.
Arrivati: Per non farla lunga: si arriva, un luogo ameno, si entra in uno stanzone spoglio, restiamo un’oretta da soli a far congetture e siamo “invitati” a metterci nudi con addosso solo gli anfibi. A dare gli ordini sono gli stessi che magari erano con te in macchina, ma adesso loro sono in divisa (tu no, sei nudo), loro si conoscono, loro sanno cosa succede. Proprio come nella caserma vera tanti anni fa. Bravo il regista, la sensazione e’ quella. Prende un po’ lo stomaco. E si comincia a delineare una gerarchia: appaiono i nomi sulle mimetiche (tu no, sei sempre nudo), i gradi e i ruoli. C’e’ un Caporale istruttore molto carino, un tenente bel tenebroso, uno che ti deve addestrare con un gran fisicone. Le punizioni le scrivono sui post-it colorati e quelli fucsia, ça va sans dire, sono quelli più gravi. In fila si comincia a imparare i rudimenti della militarieta’(At-tenti! Ri-pso’! Squadra a posto, ecc), mentre si viene chiamati, uno ad uno a misteriosi colloqui in altre stanze. Hai voglia di chiedere che ti fanno di là, ma già si parla di punizioni e il tono di voce si e’ notevolmente alzato e quindi stai buono. Aspetti. E se bevessi un succo di frutta avanzato dal viaggio? Punito: che cazzo bevi i succhi di frutta, finocchietto! Poi ti accorgi che dietro la fila, ad uno ad uno, si deve dimostrare quanto si e’ in forma con esercizi faticosissimi e le celeberrime flessioni. Ma sei nudo, in posizioni magari non proprio da salotto, con le chiappe spalancate davanti a una dozzina di sconosciuti, Se ti va bene riesci a riderne. Punito: che cazzo ridi mentre fai gli esercizi?
Ci siamo: Man mano che passano le ore ti immergi nella vita di una caserma: ispezioni, contrappello, corvee’ cucina, turni di guardia, punito: cellulare acceso, preferisco dormire sopra, devo lucidare gli anfibi, punito: ma che cazzo ho fatto? Quando arriva la sera hai imparato un po’ di nomi dei tuoi commilitoni perché li hanno scritti sulla tua mimentica (ora anche tu indossi una mimetica, ma attento bene, rigorosamente senza mutande!), ceni in mensa dopo che gli Ufficiali sono entrati in un silenzio da tomba, stai a chiacchierare fino a tardi e poi vai a dormire. Alle 5 sei di guardia, cazzo!
La fatica: La fatica e’ la costante che ti accompagnerà in tutti questi giorni. I servizi sono tanti, l’addestramento duro, i giochi troppo divertenti per non farli e gli altri soldati così interessanti che non puoi non parlarci fino al mattino. E’ anche vero, essendo una leggenda il bromuro, che la fatica e’ l’unico mezzo per tenere a bada gruppi di giovani maschi chiusi in spazi ristretti. A me francamente ne vengono in mente altri di mezzi, ma al comandante no: e vai, persino il rugby nel fango. E così, cito testualmente: “Se anche adesso entrasse Bruce Willis con il pippo di fuori, gli direi – Domani. Torna domani”.
Le domande: Mi sono fatto un sacco di domande. Quella più frequente era: ma perché un gruppo di giovani uomini sani di mente e di corpo, affermati professionisti, manager in carriera, onesti lavoratori, giovani di belle speranze, non scherzo, con un’intelligenza media da college americano selezionatissimo stanno ora qui a pulire anfibi, marciare su e giù per i dirupi, servire gli altri a tavola, ecc? Quanti di loro hanno fatto il militare? Credo fossimo in cinque o sei. Gli altri tutti “culattoni imboscati”. Che manchi loro questa esperienza? Chissa’. Forse la risposta e’ nel cameratismo, parola di cui ho sempre diffidato? O semplicemente nella voglia di riconoscersi in qualche cosa di diverso? Non lo so, io ho fatto lingue, mica psicologia. Poi sentivo suonare la chitarra giu’ e mi precipitavo anche io a cantare a squarciagola, prima di tornare in camerata e rannicchiarsi in cinque in una branda e affrontare un discorso sull’amore. Buona notte soldatini.
I soldati: Di quelli presenti me li sarei fatti tutti. A qualcuno lo avrei succhiato inginocchiato davanti, a qualcun altro avrei volentieri scopato il culo. I soldati di Articolo 28 sono tutti belli! Qualche ricordo? Il culo dell’AUC che diventa ufficiale e l’uccello del commilitone legato e bendato alla croce di Sant’Andrea. E gli occhi dolci di chi ci cucinava? E quanto bello e’ il nostro caposquadra? Ma tutta la Squadra nera era bella forse un pochino in più delle altre. E’ vero, invidiosi. E quell’altro là magari non più di primo pelo con quella barbetta…che ti faresti fare dal marcantonio veneto? e poi quello straniero, pazzo, che va a bagnare la maglietta nella pozzanghera e poi se la mette? Macho e puzzone, che sesso!
La prossima volta: Ci torno. Ci torno eccome. Magari, con il senno di poi, con alcuni accorgimenti. Innanzitutto faccio un allenamento de paura, così non mi stanco e la sera riesco ancora a farlo tirare per un bel paio di minuti. Poi mi organizzo e porto un barattolo di schiuma da barba molto più grande, da mettere negli anfibi e per disegnarci i cazzi sulla porta del Comandante. Spero di trovare ancora tanti ragazzi simpatici e di ridere come questa volta fino alla paresi facciale. Magari ecco, vorrei non trovare più i guanti gialli e quella fissazione che il pavimento deve essere splendente anche con due chili di fango sotto gli anfibi. Saluti Al signor Comandante, ai signori ufficiali e a tutti i miei carissimi soldatini una marziale, virile e massiccia palpata al culo.
Soldato Flavio
Sono passati quindici giorni dal mio rientro da (…..).
Ho ancora male a una costola ed in garage c’e’ ancora lo zaino pieno con divise e magliette da lavare, non posso portarlo in casa perché non voglio far sapere a nessuno questa mia esperienza , soprattutto a chi vive quasi a fianco a me, almeno per ora.
Una volta in macchina per ritornare a Milano ho deciso di fare il viaggio in silenzio per darmi del tempo e pensare ai giorni appena trascorsi, ai visi conosciuti, alle squadre, alle gare, alle notti sveglio come per trattenere ancora per un po’ tutto quell’insieme di emozioni ed allo stesso tempo cercare di capire il perché di tutto ciò.
Riprendo quindi un interrogativo che mi sono fatto e ho sentito farsi a molti dei “commilitoni” con cui ho avuto il piacere di stare in questo raduno.
Perché siamo qui? Perché una trentina di maschi adulti si divertono a stare in divisa dal mattino alla sera, a giocare a palla avvelenata, a tirare la fune come dei giovani scout ?
Immagino che il Generale abbia letto decine e decine di lettere in cui il mittente di turno si poneva questo interrogativo, del resto egli stesso ne ha parlato all’ultima adunata in quella sera un po’ piovosa d’agosto…
Come molti di quelli che ho conosciuto , non ho bisogno di dimostrare a me stesso, partecipando alle attività di Articolo 28, di essere uomo (non e’ certo qualche saluto militare, qualche attenti e riposo che mi può cambiare in qualcosa che sono o non sono mai stato), ne’ ho bisogno di iscrivermi ad Articolo 28 per conoscere bei maschietti con cui fare un po’ di sesso.
Allora cosa mi ha mosso a fare questa esperienza e , molto probabilmente, a ripeterla in futuro?
Io lo so il perché.
Nella vita lavorativa sono costantemente impegnato da anni a ricevere e dare ordini, a subire e prendere decisioni, a mantenere un ruolo, a costruire qualcosa almeno nell’apparenza, di solido; nel quotidiano constato che diversi stili di vita portano a diversi modi di pensare e viceversa perciò non sempre mi e’ possibile essere e condividere con gli altri ciò che realmente sono e sento dentro.
Articolo 28 mi ha dato la possibilità, per la prima volta nella vita, di non avere nulla su cui decidere, a mostrare anche il bambino infantile, l’adolescente timoroso, il maschio sicuro e un po’ brutale che da sempre vivono insieme dentro di me senza il timore di essere giudicato.
Non a caso, il mio nome in Articolo 28 e’ quello dell’amico immaginario con cui giocavo da bambino…
Queste mie diverse anime si sono liberamente affacciate su quei sentieri, in quelle camerate, nelle ore di pranzo e cena, nei silenzi delle notti di guardia e credo abbiano incontrato le diverse anime di cui chi mi stava intorno era composto.
Lassù non eravamo solo in trenta, eravamo molti ma molti di più…
Un caloroso saluto a tutti!
A volte mi capita di fermarmi a ripensare il modo in cui sono venuto in contatto con Articolo28. Si e’ vero che lo conoscevo per alcuni trascorsi che ho avuto in Germania, ma non mi era mai passata per l’anticamera del cervello di prendere contatti con un gruppo military, anche se il genere di vita non mi dispiaceva affatto. Solo non ci avevo mai pensato.
Per caso avevo conosciuto in chat uno che la divisa la usava per lavoro, per caso ci si era trovati interessanti (per poco, a dire il vero, come spesso accede) e solo per caso, dopo avermi continuato a prendere per il c..o per la mia predilezione per le divise e…. per i militari, mi aveva buttato là l’idea di prendere contatti con Articolo28 di cui si era anche peritato di fornirmi la home page.
Devo dire che passò un bel po’ di tempo prima che l’abbia visitata, e per pura curiosità, non certo con l’intenzione di aderire al suo programma.
Mentre però la guardavo e la riguardavo, visto che poi ci finivo “sempre solo per curiosità” ogni sera, cresceva il mio interesse, la voglia di capire, di vedere come era questo gruppo, che in fondo non faceva neppure grandi promesse.
Così sempre un po’ per gioco, un po’ per curiosità, un po’ per interesse, una sera decisi di alzare la cornetta del mio telefono e di chiamare il numero indicato per ricevere informazioni.
Le telefonate che si sono ripetute, per dettagli, informazioni, calendari, possibili date per un incontro, sono sempre state all’insegna della massima tranquillità. Penso che sia stata questa la prima impressione che ho avuto del gruppo. Una voce pacata, riflessiva, mai investigante, mai intrusiva.
Questo indubbiamente ha rafforzato il mio interesse e mi ha spinto nella mia ricerca.
Infine il giorno tanto atteso del primo campo. I pensieri, le aspettative, le ansie, cosa avrei trovato, che genere di gente……
In fondo devo dire, con tutta onestà, che al di là di una naturale tensione per il fatto di trovarmi con cinquanta persone senza conoscerne una, non sono arrivato all’appuntamento teso.
Avevo ben chiaro cosa avrei voluto trovare e soprattutto cosa non volevo trovare.
Di questo ero ben certo, non mi sarei mai trovato coinvolto in un gruppo di “integralisti”, di “montati” di “marines ad ogni costo”.
In questo penso si insinuasse la vaga apprensione che avevo per quel campo.
Il primo impatto fu disarmante: una recluta che stava eseguendo un ordine con encomiabile perizia e precisione. Un ordine che di per sé appariva illogico: portare a piedi giù da un lastrone di ghiaccio le vivande per le giornate, quando si poteva benissimo usare le auto a disposizione.
In me immediatamente esplose una certezza: me ne sarei andato entro poche ore al massimo.
Gli eventi che si sono susseguiti invece hanno dimostrato esattamente il contrario.
L’ironia, soprattutto l’auto ironia , come caratteristica del nostro agire, rende questo nostro “gioco” divertente, emozionante, paradossalmente realistico.
La consapevolezza che le regole ben precise, i ruoli, gli ordini, le punizioni, e tutto ciò che anima la nostra vita “military”, faccia parte di un gioco a cui ciascuno vuole partecipare e rendere vivido lo rende appunto reale; non lo degrada ad una fiction. Nessuno di noi e’ un Rambo, nessuno di noi e’ un eroe , e di questo ciascuno ne e’ consapevole. Là in quel momento ed in quel preciso istante ognuno riveste e da’ corpo ad un gioco di ruolo.
Per me questa e’ stata la grande scoperta e la forza del gruppo: l’intelligenza, il buon gusto, la simpatia, l’umanità’ di ciascun “milite”. La dimensione dove con estrema naturalezza e senza grandi sforzi ciascuno ritaglia il suo spazio che e’ rispettato ed accettato tutti. Questa la molla che mi spinge ad aspettare il campo successivo, a sentire per telefono gli altri, a programmare incontri, week end insieme.
Ed ancora oggi, dopo gia’, o forse solo, sei mesi, dal mio ingresso nel gruppo, mi stupisco ancora del rapido svolgersi di questi mesi, della mia voglia di esserci, dello sbattersi per ottenere le ferie per partecipare. E tutto per una chat finita male.
Dopo mesi di faticosa preparazione il raduno militare organizzato a (……) da Articolo28 ha finalmente avuto luogo !! A campo concluso sono semplicemente esausto ma, come parte dell’organizzazione, non posso nascondere l’entusiasmo per i risultati che abbiamo ottenuto: far incontrare in una piccola caserma quasi venti persone provenienti da tutta Italia (Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Verona, Venezia, Assisi, Roma, Palermo); passare assieme un fine settimana spassoso di esercitazioni militari all’aria aperta (fresca, decisamente fresca…), giochi notturni nei boschi, attività … ricreative nella sala riunioni e nelle camerate, pranzi e cene decisamente conviviali e fin troppo abbondanti (a detta di qualcuno…). Insomma questo campo era una piccola sfida, che é stata vinta e mi lascia sperare in un prossimo salto di qualità del nostro gruppo (a proposito di salti, un saluto alla rec. Roberto, che si é infortunata durante un’esercitazione e ha stoicamente sopportato il dolore fino al ritorno in citta’!!). Scritte queste righe, che spero sufficientemente autocelebrative, vorrei fare qualche mia considerazione di carattere generale. Considerazione quasi banale: abbiamo dimostrato che si può fare. Anche in Italia si può organizzare un raduno militare gay come questo, nessuno si scandalizza nel vedere venti ragazzi sportivamente in uniforme che escono nei campi a fare ginnastica e che si gestiscono una casa di vacanza “more militare”. Certo, bisogna trovare il posto giusto e presentarsi nel modo giusto, ma si può fare. Pensavamo di essere noi quelli strani, invece vi assicuro che ci siamo trovati assediati da gente pazzesca che stava FUORI dalla caserma. Fatevi raccontare. Considerazione quasi filosofica: mi sono chiesto “cosa spinge quindici/venti ragazzi a fare viaggi di centinaia di chilometri per fare un’esperienza così?” La risposta che mi sono dato: il bisogno di appartenenza a un gruppo che crei legami UMANI forti, un po’ trasversali ai legami sentimental/sessuali dei soliti punti d’incontro gay, estranei all’impegno politico un po’ ammuffito del solito Arci. Questo campo ha creato un abbozzo di identità gay alternativa. Considerazione militare: qualcuno non ce l’ha fatta. Non ce l’ha fatta a reggere in un contesto militare così “intensivo” e, giustamente, se ne é andato. Lo spirito di questi campi é proprio quello di simulare un contesto militare a nostro uso e consumo: cameratismo, rispetto della forma (anche nell’abbigliamento), rispetto delle regole e della gerarchia non sono optionals. Chi partecipa, o partecipa come giocatore o non partecipa. Niente spettatori! Considerazione sessuale: qualcuno non ce l’ha fatta neppure a reggere una situazione sessuale altrettanto “intensiva” e, giustamente, se ne é andato. Credo che sia giusto ricordare che se siamo un gruppo esplicitamente gay é perché ci troviamo ANCHE per praticare un certo tipo di sesso: chi partecipa ai raduni non é obbligato a far sesso con nessuno (ci mancherebbe!) ma deve sapere che qualcuno intorno a lui lo farŕ!! Altrimenti esistono tanti gruppi filo-militari non fetish che si applicano esclusivamente ai giochi di ruolo militari, no? Detto questo, un saluto e un abbraccio a tutti i partecipanti del campo di (…..), arrivederci al prossimo campo!